La nostra esperienza in Africa

La testimonianza di Giacomo Boselli di AMURT

ScolariQuando parliamo del Sud Africa la gente pensa ai grandi parchi, alle miniere di oro e diamanti, all’apartheid a Mandela. Si, il Sud Africa è tutto questo ma quando si gira in macchina per le lunghe strade che dal nord portano al sud e viceversa si trovano superstrade ed autostrade ordinate, con segnaletica chiara che anche un europeo non abituato alla guida a sinistra si trova a proprio agio. La gente rispetta le norme di velocità e precedenza e se ti accosti a sinistra per farlo passare lui ringrazia con la doppia freccia. Questa gentilezza viene confermata con l’accoglienza sorridente che trovi nelle strade quando chiedi informazione, negli uffici ed in ogni posto dove vai.

Con questa accoglienza hai l’impressione che gli anni bui dell’Apartheid siano superati e la società formata da numerose etnie e dagli afrikaner bianchi sta marciando unita ad una velocità che noi in Europa abbiamo perso.
Indubbiamente il Sud Africa ha avuto una storia molto travagliata con la minoranza bianca che voleva ghettizzare la maggioranza nera, ma questo è il passato grazie indubbiamente alla guida politica e spirituale di un grande leader Nelson Mandela. Ora si sente, si avverte quando si vive a Cape Town o nei piccoli paesi, l’unione e lo sforzo per l’integrazione di un popoli con una storia travagliata.

Ovviamente non tutto funzione bene, ci sono due grossi problemi in Sud Africa. Le township e la sicurezza. Nelle piccole e grosse città, oltre all’ordinato centro, si trovano i sobborghi, che loro chiamano township, dove vivono i poveri, gli immigrati dai paesi vicini (Zinbawe, Botwama, Namibia). Sono città nelle città con centinaia di migliaia di disperati disposti a fare tutto per sopravvivere. Ma anche qui il governo locale e centrale interviene portando luce e acqua e in diversi casi costruendo piccole case che sostituiscono le fatiscenti baracche, oltre a scuole e cliniche.
Abbiamo visitato numero township: Soweto, Orange Farm ed altre che non ricordo il nome, ma in tutte si sente la volontà di migliorare le strade, i pubblici servizi e soprattutto la sicurezza.

Quest’ultimo aspetto è molto importante perché è un grosso problema che si avverte nelle grandi città come Johannesburg e Cape Town dove la concentrazione di township è maggiore. Qui rapine e scippi sono frequenti e lungo le strade si vedono case circondate da filo spinato con corrente elettrica e guardie, finestrini delle auto sempre chiusi.
In una di queste township Orange Farm di Johannesburg AMURT ha una scuole con 1.500 bambini, scuola primaria che va dalla prima alla settima. E’ bellissimo vedere questi bambini che arrivano al mattino presto, puliti e ordinati con la divisa, camicia rossa e pantaloni blu, tutti in fila prima di entrare in classe cantano l’inno sudafricana con danze tradizionali e dopo le istruzioni del direttore entrano nelle loro classi.

E’ universalmente riconosciuto che per dare un futuro a questi bambini è indispensabile una buona educazione, una istruzione di base che gli permetta di inserirsi nel mondo del lavoro e di fare una famiglia non nelle township ma nella normale città o villaggio. Questo noi vogliamo dare con la missione di AMURT. Oltre alla scuola abbiamo anche una clinica per la prevenzione e cura dell’AIDS, una piaga sociale molto grande in questo paese.

Ora vorremmo costruire un children’s home, un orfanotrofio che ospiterà i bambini che non hanno i genitori, per questo chiediamo la vostra disponibilità a sostenere questo importante progetto.
AMURT Italia onlus ha la sede nazionale a Parma e diverse sezioni in Italia. Oltre a realizzare progetti in Italia, gestisce scuole, ospedali e orfanotrofi in numerosi paesi del mondo avvalendosi della collaborazione di Amurt locali.

Giacomo Boselli
Segretario Generale AMURT Italia onlus

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