Firenze – Come nasce il mito di Leonardo? Quando è iniziata la costruzione della sua poliedrica figura di scienziato, pittore, inventore, anatomista e ingegnere? Dal 5 dicembre 2019 fino al 14 marzo 2020 una mostra, “Leonardo di carta in carta: la costruzione del mito tra Ottocento e Novecento” presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze nella Sala Dante, e l’attiguo corridoio, indaga il processo durante il quale ha preso avvio la consacrazione del genio fiorentino.
L’esposizione, composta di una eccezionale documentazione di centodieci testimonianze, tra libri, carteggi, incisioni, figurine e trattati, si inserisce nelle celebrazioni per il 500esimo anniversario della morte di Leonardo. Si divide in otto sezioni, ognuna delle quali rappresenta una tappa fondamentale nell’affermazione, nel periodo storico fra Ottocento e Novecento, della genialità di Leonardo.
Le prime indagini che evidenziano, nel lavoro di Leonardo, la componente scientifica e tecnologica, non solo artista e ingegnere, risalgono alla fine del Settecento, a opera di Giovanni Battista Venturi, che, in missione diplomatica a Parigi, fece stampare un saggio sui manoscritti vinciani della Biblioteca Ambrosiana di Milano portati nella capitale francese da Napoleone.
La poliedricità dell’opera vinciana inizia così a emergere dal passato, partendo da documentazioni presenti in Francia, dove l’artista elesse la sua dimora e vi morì, sembra, fra le braccia di Francesco I di Francia. Lentamente anche Milano si appropriò dell’immagine del Maestro, evidenziando tutti i suoi progetti e le realizzazioni ingegneristiche, ma anche per le sue opere pittoriche, come Il Cenacolo, affresco del 1494 e il 1498, già riconosciuto inizialmente come una novità compositiva assoluta, carica di drammaticità. Sempre a Milano l’Accademia di Brera, nel Settecento, impone a Leonardo il ruolo di archetipo, considerando il suo “Trattato della pittura” di una grande valenza educativa.
Nell’Ottocento, sulla scia della tendenza di produrre una biografia riservata agli uomini illustri, prendono forma una serie di rappresentazioni della vita di Leonardo, e viene ribadita l’idea che la sua opera ha contribuito al rinnovamento della pittura lombarda. La “ Mostra di Leonardo da Vinci e delle invenzioni italiane” che, nel 1939, Milano tributò al maestro fiorentino permise la sua consacrazione definitiva come ideale esemplare e multiforme, simbolo del genio di tutti i tempi.
Dopo l’esposizione milanese, la figura di Leonardo, continua a crescere nell’immaginario popolare, con i suoi studi anatomici, le sue macchine, le strategie militari, i suoi codici, la sua arte, tra cui la Gioconda, pittura che rappresenta il mito nel mito.
Con il XX secolo, la divulgazione e la conoscenza della storia e delle opere di Leonardo è, in parte, dovuta a ritagli di giornale, opuscoli, guide di mostre e pubblicità. E continua a radicarsi sempre più come personaggio ideale e mito senza tempo.
La mostra “Leonardo di carta in carta: la costruzione del mito tra Ottocento e Novecento”, cerca di rispondere a tante, ambiziose domande e pone le basi per un’ampia ricerca e un approfondimento dei documenti esistenti, sulla mitologia leonardesca. Curata da Silvia Alessandri, Matteo Ceriana e Simona Mammana, tutti i documenti sono presentati in modo scenografico ma professionale, all’interno di teche progettate da Giò Ponti.