La mostra di New York sui grandi pittori del sogno gotico di Siena

Parla Stephan Wolohojian direttore al Metropolitan Museum per l’arte europea

“L’arte è uno straordinario veicolo di connessioni. E i progetti del Metropolitan Museum di New York sono tutti tesi al rafforzamento delle relazioni internazionali e delle condivisioni”. Lo dice Stephan Wolohojian, che in questo straordinario museo dirige il Dipartimento dell’arte europea intitolato al grande storico dell’arte John Pope-Hennessy. E da storico dell’arte ed esperto della pittura europea, Wolohojian ha scelto i pittori senesi della prima metà del Trecento per la mostra che si aprirà il 7 ottobre a New York, per poi avere un seguito alla National Gallery di Londra, dall’8 marzo 2025. Un nuovo capitolo di quella storia di connessioni, che già trentacinque anni fa vide il patrimonio artistico senese al centro di una importante esposizione, ma in quell’occasione, il focus fu sugli artisti senesi del Rinascimento.

“L’idea di questa mostra, prima a New York e poi, da marzo 2025 a Londra – dice Stephan Wolohojian – è nata da una conversazione che ho avuto con Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery. Concordavamo sul fatto che le nostre collezioni fossero particolarmente ricche di arte senese. Una delle nostre opere più rappresentative della storia dell’arte europea è la Madonna con bambino di Duccio di Buoninsegna e anche a Londra c’è un trittico sempre della Madonna con bambino e la predella dell’Annunciazione della Maestà di Duccio. Abbiamo pensato che questa condivisa abbondanza di grandi opere dell’arte senese, meritasse una ribalta internazionale e l’attivazione di una collaborazione che ovviamente si estende alle principali istituzioni senesi, dal Comune alla Pinacoteca Nazionale di Siena, al Museo dell’Opera del Duomo. La delicatezza e la grande importanza delle opere dei pittori senesi hanno reso difficile mostrarle nelle esposizioni in giro per il mondo. Stavolta ci siamo riusciti”.

Ma la mostra non è un omaggio all’arte senese fine a sé stesso, il gesto di amore di un esperto appassionato. L’esposizione autunnale nasce da una precisa scelta culturale che punta anche al successo di pubblico: “La prima metà del Trecento è un momento incredibile per la pittura – spiega Wolohojian – E il centro propulsore di quella rivoluzione artistica era proprio Siena che, a differenza di Firenze, aveva una favorevole collocazione geografica: assume una particolare rilevanza culturale perché snodo centrale della Via Francigena che si estendeva da Canterbury in Inghilterra, fino a Roma e per estensione fino a Napoli, dove la corte angioina era altro centro propulsore di arte nuova. Oggi si potrebbe dire che Siena era il link fra l’arte del Nord Europa e il Mediterraneo. La sua relazione con i porti della costa occidentale dell’Italia favoriva anche un intenso scambio commerciale di tessuti preziosi e capolavori artistici. Siena era il vero teatro dell’arte internazionale dell’epoca”.

La mostra al Metropolitan Museum di New York esalterà la maestria di un formidabile quartetto di trecentisti senesi, Duccio di Buoninsegna, Simone Martini e i fratelli Ambrogio e Pietro Lorenzetti: “Il peculiare linguaggio artistico di Duccio, dei fratelli Lorenzetti, di Simone Martini e dei loro contemporanei – sottolinea Wolohojian – ha ribaltato completamente il corso della pittura europea. Prendendo in esame l’audace lavoro di questi artisti senesi riusciamo a tracciare la germinazione di molte delle idee basilari di artisti che hanno operato in Italia nei secoli successivi”.

Il Metropolitan Museum conta oltre 5 milioni di visitatori all’anno. E i suoi numeri continuano a crescere: “La mostra senese è centrale nella nostra programmazione del prossimo anno – spiega Wolohojian – Sarà una festa questo autunno, un’opportunità per un pubblico più ampio di vivere quello straordinario momento della storia dell’arte che è stato il Trecento senese, attraverso le opere di pittori così meravigliosi e importanti: Duccio di Buoninsegna principalmente, pittore pioniere che esprimeva sia lo stile bizantino che quello gotico. Ma subito dopo Simone Martini, così come Pietro e Ambrogio Lorenzetti. Con questa mostra speriamo di rafforzare i legami con i centri di arte senese, scrigni di opere uniche al mondo”.

Legami che si sono evidenziati anche pochi giorni fa con la visita alla Pinacoteca Nazionale di Siena di Keith Christiansen e Carl Brandon Strehlke, i curatori della mostra che il Metropolitan Museum di New York dedicò alla “Pittura Senese nel Rinascimento 1420 -1500”. Quella che si inaugurò il 20 dicembre1988 fu un’esposizione indimenticabile alla quale partecipò attivamente il Monte dei Paschi di Siena con importanti prestiti, come la tavola dell’Adorazione dei Magi del Sassetta. Il catalogo, evento raro in quel tempo, fu tradotto in italiano. A Siena Christiansen e Strehlke hanno incontrato Donatella Capresi, presidente dell’associazione Amici della Pinacoteca Nazionale di Siena, che loi ha accompagnati anche nella visita alla mostra sul Sassetta in corso a Massa Marittima.

Keith Christiansen ha vinto il premio Alfred H. Barr Jr nel 1988, proprio con la mostra al Metropolitan Museum di New Yoirk dedicata al Rinascimento della Pittura Senese 1420 – 1500. Carl Brandon Strehlke è conservatore emerito del Philadelphia Museum of Art per il quale ha pubblicato, nel 2004, il catalogo della “Pittura Italiana 1250- 1450”.

In foto Stephan Wolohojian

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Commenti 1
  1. La mostra del 1988 ebbe un catalogo del.mps non in vendita con mio saggio iniziale che sviluppava le tesi del mio Siena nel Rinascimento del 1985. Esatto sottolineare posizione eccezionale di Siena: vicino a Roma e si Francigena!

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