Firenze – Una mobilitazione così ampia e capillare per l’arte contemporanea è probabilmente una prima assoluta per una città che ha cominciato a fare capolino fuori dal cerchio d’oro della storia dell’arte antica e moderna solo da poco tempo. La mostra Ai Weiwei. Libero che si inaugura a Palazzo Strozzi il 23 settembre prossimo è diventata l’occasione per una grande festa popolare creatrice di arte intorno a un artista dissidente e dunque perseguitato dal regime di Pechino.
Così, nel nome di un’arte che esprime un messaggio di democrazia, libertà, equità sociale, la Fondazione Palazzo Strozzi che ha ideato la mostra e l’assessore alla Cultura della Regione Toscana Monica Barni hanno dato vita a una sinergia con la messa in campo di progetti e iniziative che coinvolgono la scuola, l’università e tutto il territorio.
Un esempio per tutti. Un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze ha realizzato una nuova opera di Ai Weiwei: quattro ritratti di dissidenti della storia della città eseguiti con i mattoncini Lego: Filippo Strozzi, in esilio per 25 anni per decisione dei Medici; Dante Alighieri l’esule per eccellenza; Girolamo Savonarola, bruciato sul rogo per la sua predicazione contro i Medici e Galileo Galilei costretto a rinnegare le verità scientifiche da lui scoperte. Si è trattato di un lavoro sul campo che ha permesso agli studenti di confrontarsi con le opere dell’artista cinese utilizzando i mattoncini colorati per riprodurre i volti storici “trasformati in immagini ludiche e pop”.
Sono stati poi circa 6mila gli studenti delle scuole superiori della Toscana che hanno partecipato al progetto Educare al Presente fra il 2011 e il 2016 mentre la collaborazione con il Dipartimento Sagas dell’Università di Firenze permetterà agli studenti di cimentarsi in recensioni critiche che verranno pubblicate sul portale Artribune. Il progetto Oggetti Politici dedicato agli studenti delle Accademia d’Arte italiane e straniere di Firenze: si confronteranno con la mostra e con il suo rapporto fra arte e impegno, con la produzione di opere, testi critici, documentazione e progetti grafici. “Noi insegniamo il saper fare – ha detto Eugenio Cecioni, direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze – ma è molto più difficile insegnare il saper essere, cosa che si può fare sul campo, con un confronto reale”.
“Libero – ha sottolineato Monica Barni – è già un manifesto della vita e dell’impegno sociale e politico”. E questo è il concetto principale di una mostra che esce dai muri del Palazzo. Corollario di questa impostazione sono fra l’altro la possibilità di visitare la mostra da parte degli studenti con un biglietto ridotto e l’offerta rivolta all’accessibilità con programmo dedicati a persone con disabilità. In occasione dell’evento un “Fuorimostra” sarà dedicato a 16 luoghi della Toscana legati all’arte contemporanea tra cui il Centro Pecci di Prato di prossima apertura con cui verrà promosso uno speciale biglietto congiunto.
Foto: Ai Weiwei