Quella dei fratelli Cervi, così come tutta la vicenda della Resistenza, è stata negli ultimi vent’anni per evidenti e precise volontà politiche, il mezzo spregevole per montare polemiche pretestuose e per ordire visioni della storia paranoiche ed antistoriche. Nel ricordare i Cervi oggi, a 72 anni dalla loro fucilazione per mano dei fascisti, significa tener fede ad ideali forti, più che mai attuali, ma che per le volontà politiche di chi ha governato il… Paese nell’ultimo ventennio, sono stati sminuiti erroneamente a motivo di divisione e contrapposizione. Quand’è incontrovertibile che è stata la Resistenza ad unire definitivamente l’Italia ed il programma politico da essa scaturito, ossia la Costituzione, ne è la conferma. Chi davvero crede negli ideali della Resistenza, chi ancora non prova vergogna a sentirsi antifascista, allora certamente non potrà col cuore e con la mente non ricordarsi dei fratelli Cervi, del loro padre Alcide e di tutti gli altri partigiani caduti per la libertà della nostra terra, perchè la memoria oggi è uno straordinario strumento di lotta e di attualizzazione di quei valori scritti nella Costituzione. I fratelli Cervi erano comunisti, una discriminante oggi da omettere se non da negare, per cui se la memoria è un valore da rispettare e da tramandare, allora occorre ricordare questi ragazzi anche per le idee per le quali hanno combattuto sacrificando la loro stessa vita. E questo con buona pace di chi, professatosi comunista fino a ieri, oggi invece ha persino vergogna di quella grande idea di cambiamento per la quale morirono tanti partigiani. E questo piaccia o no, occorre ribadirlo, se non vogliamo che la storia e la memoria diventino appannaggio di chi vorrebbe sovvertirle e screditarle per tornaconto politico. Chi fa di questi valori un vanto e un orgoglio, certamente non dimenticherà ogni giorno chi scelse la libertà e chi invece il tradimento; questa è la lezione della storia, la vicenda dei Cervi ne è la testimonianza