Dopo il -10,9% con il quale avevano chiuso il 2020, le esportazioni reggiane hanno compiuto un deciso rimbalzo nel primo trimestre del 2021, riportandosi ai livelli pre-Covid.
Le vendite oltre frontiera, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio su dati Istat, hanno infatti segnato un incremento dell’8,5% rispetto allo stesso periodo del 2020, risalendo ai livelli del 2019, con oltre 2,7 miliardi.
“La forte vocazione all’internazionalizzazione del tessuto economico reggiano, il cui valore aggiunto complessivo è generato per circa il 60% dalle vendite oltre frontiera – sottolinea il Commissario straordinario della Camera di Commercio, Stefano Landi – è sicuramente supportata dalla diversificazione del sistema produttivo orientato su produzioni di fascia media e medio-alta”. “La consistente ripresa del trimestre gennaio-marzo 2021 – aggiunge Landi – è peraltro particolarmente positiva e incoraggiante, perché lo stesso periodo del 2020 era stato solo in parte segnato dagli effetti del Covid; ora ci auguriamo e ci attendiamo un recupero molto consistente anche nel saldo del secondo trimestre, che un anno fa era stato il peggiore in assoluto, con una caduta delle esportazioni pari al 29,3%”.
Nei primi tre mesi del 2021, intanto, è cresciuto l’export di prodotti manifatturieri reggiani appartenenti a settori caratterizzati da elevata intensità tecnologica e da offerta specializzata. A questa classificazione – che rappresenta il 45% dell’esportato provinciale – appartengono, ad esempio, i prodotti dell’industria meccanica strumentale, macchine e apparecchi elettrici ed elettronici, strumenti e forniture elettriche, ottici e di precisione.
Complessivamente il valore di tali merci è passato da quasi 1,1 miliardi del gennaio-marzo 2020 ad oltre 1,2 miliardi dello stesso periodo dell’anno in corso con un incremento dell’11,7%; anche il confronto con il primo trimestre del 2019 evidenzia un trend in crescita pari allo 0,6%.
In particolare registrano andamenti positivi le eccellenze della meccanica reggiana che, complessivamente, cresce del 12,9%. Ad esempio, hanno superato i 766 milioni, con un incremento del 9,9% rispetto al primo trimestre 2020 (+1,6% se confrontato con lo stesso periodo del 2019), le esportazioni di macchine di impiego generale, comparto che comprende macchine e apparecchi di sollevamento e movimentazione, apparecchiature fluidodinamiche, pompe e compressori, cuscinetti, ingranaggi e organi di trasmissione. Le vendite oltre frontiera di macchine per l’agricoltura e la silvicoltura hanno, poi, raggiunto i 117 milioni (+45,7% rispetto al 2020 e +25% rispetto al 2019).
L’export di prodotti manifatturieri reggiani appartenenti a settori ad elevata economia di scala, con una crescita del 24,2% se confrontato con il gennaio-marzo 2020 (+9,7% rispetto al 2019), è passato da 458 milioni a quasi 569 milioni: una quota pari al 45,5% è rappresentata da prodotti della siderurgia, come tubi, condotti, profilati e altri accessori in acciaio (228 milioni).
Hanno raggiunto, poi, i 919 milioni – in flessione del 2,7% rispetto ad un anno prima – le merci del “made in Reggio Emilia” appartenenti all’industria manifatturiera tradizionale che comprende, fra le altre, i prodotti dell’industria ceramica, del sistema moda e della filiera agroalimentare. Sono in aumento le vendite all’estero di materiali ceramici – che salgono a quasi 266 milioni (+2,4% se confrontati con il 2020 e +3,5% rispetto al 2019) – e quelle di Lambrusco che registrano un incremento del 15,7% su base annua (+11,4% rispetto al 2019) che porta le esportazioni a quasi 23 milioni di euro. Scendono invece a 67,8 milioni, con un calo del 3,5%, le esportazioni di Parmigiano Reggiano e passano da 14,6 a 11,7 milioni le vendite di salumi; per il fashion reggiano, le esportazioni scendono da 433,2 a 385,9 milioni (-10,9%).