La Meccanica dei Soldi e il diritto alla Felicità

di Stefania Valbonesi

Firenze – Stritolati dall’economia? L’economia non funziona? Lo pensiamo tutti. Ma come cambiare quel funzionamento dell’economia che rende i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri? Una risposta a questo quesito che ad ora sembrerebbe cadere nel vuoto potrebbe trovarsi in un libro che è già diventato primo nei motori di ricerca tipo Google o Virgilio.

Il libro si chiama “La Meccanica dei soldi … ed Effetti collaterali”. Sottotitolo: “Come restituire felicità alla persone in un’economia depressa”. A scriverlo, insieme a molti “amici” come li chiama, Mario Tognocchi, 57 anni, pratese,  libero professionista, già consigliere provinciale, che nel 2014 si presentò alle amministrative di Prato con una lista civica, Scaricare tutto e tutti,  omonima dell’associazione da lui fondata.

Gli ultimi dati dell’economia, da quelli recentissimi dell’Inps a quelli a volte contraddittori dell’Istat, stanno mettendo in evidenza l’attualità di quelle domande che ormai tutti si fanno. Come è possibile che “un club di 62 super ricchi, 53 uomini e 9 donne, possieda la stessa ricchezza dei 3,6 miliardi di persone più povere al mondo”? Di più: “Dal 2010 ad oggi, in soli 5 anni, l’1 per cento dei ricchi si è ulteriormente arricchito del 44 per cento, mentre 3,6 miliardi di poveri si sono impoveriti del 41 per cento. Il dato è fornito da Oxfam.” La citazione è presa pari pari dal libro che, per adesso, è acquistabile solo online. Il libro “La Meccanica dei Soldi” si pone il compito di rispondere a questi quesiti fondamentali. E lo fa in modo da innescare una fotografia: come far ripartire l’economia compiendo quella sorta di miracolo che si riassume nell’allocuzione di sapore mazziniano “libertà e giustizia (sociale)”. E soprattutto, questo racconta, è possibile che l’economia da un lato produca ricchezza e dall’altro la redistribuisca verso chi la produce.

La Meccanica dei Soldi ed Effetti collaterali” lo spiega. E lo fa con una chiarezza esemplare in modo da essersi già meritato un’importante citazione nel box dei “libri da leggere” pubblicato sul Sole 24 ore di domenica scorsa 18 settembre. A corredo di un importante articolo di Fabrizio Galimberti – su tempo ed economia e sulla necessità della lentezza – Galimberti ha accostato “La Meccanica dei Soldi” tra i libri da leggere insieme a testi sacri come “La lentezza” di Milan Kundera (sì, il romanziere), “Elogio della lentezza” di Lamberto Maffei, “L’economia del tempo e dell’ignoranza” di Gerald O’Driscoll e Mario Rizzo, “Tempo della vita e mercato del tempo” di Aldo Masullo e Paolo Ricci.

Perché questo collegamento fra “La Meccanica dei Soldi” e il tempo, o meglio, il tempo della vita delle persone che costruiscono l’economia? Il collegamento è comprensibile solo dopo aver letto il libro. Ed è affascinante scoprirlo. Il libro risponde infatti ai punti fondamentali, alle domande sul vuoto totale in cui sprofondano da un lato il sistema capitalista e quello comunista, e risponde anche alla famosa domanda: “come si fa a produrre ricchezza e nello stesso tempo aumentare la giustizia sociale?”

Il libro di Mario Tognocchi (e altri che hanno collaborato con lui alla stesura: tutti citati in un articolo di fondo) prende in considerazione un elemento fondamentale mai considerato nelle famose “ricette” economiche – quelle che sono state proposte fino ad ora, ad esempio per fronteggiare la crisi scoppiata nel 2008 e ancora mai finita – vale a dire: il potere dell’economia delle persone. Cosa significa dare valore al potere dell’economia delle persone?

Il libro si propone di darvi risposta, e la dà con una soluzione anche tecnica: con quel diritto per tutte le persone di scrivere tutte le proprie spese nella propria dichiarazione dei redditi. E’ quello l’elemento “tecnico” che potrebbe davvero cambiare il modo di guardare e di agire delle persone in economia. “Dare valore a quello che fanno le Persone”? La formula diventa il nuovo orizzontamento partendo da un assunto:  le azioni della vita delle persone hanno un valore. E se lo hanno quale valore economico gli si può dare? Cosa accade se cominciamo, ad esempio, a riconoscere ogni azione per quello che è stato il costo esatto pagato dalla persona? Sono le spese, quindi, il nuovo riferimento.  Quali spese? Tutte. Tutte in assoluto? Potete rispondere voi stessi. E’ necessario nutrirsi per preservare la vita? Ebbene sì: si va a far la spesa per quello. E’ necessario vestirsi? Bene, andiamo a fare “shopping”. E’ necessario istruirsi? Ecco i libri, e, in senso lato la cultura tutta, la musica, i pennelli, le gallerie d’arte. Alt, fermi, ma queste sono spese superflue .. E chi lo dice? Chi ha mai risparmiato sulla cena per comperarsi il biglietto per una mostra di un pittore prediletto? Io ad esempio, quand’ero studente, sì.

Quali sono i risultati che si ottengono con queste riflessioni che si trovano nel libro? Quello che emerge è “che la vita delle persone, la loro traccia, è importantissima, tanto da poter diventare la piattaforma per il rilancio dell’economia – dice Tognocchi –  ci si pone il compito di dimostrare come quel rilancio dell’economia può camminare di pari passo con il percorso che le persone fanno per raggiungere la propria felicità”.  

Le implicazioni di questa rivoluzione copernicana sul metodo sono tante. Ma due sono particolarmente interessanti, a nostro parere: una storica, l’altra economica. La prima è la seguente: ciò che Tognocchi propone, ha un suo storico esempio, coronato tra l’altro da un successo straordinario, nientemeno che l’aver risollevato gli Stati Uniti dalla terribile crisi del ’29. Roosvelt, per intenderci, e il New Deal, l’introduzione del “marginal tax rate”, in vigore negli Usa fino al 1963, anno dell’assassinio di John Fitzgerald Kennedy.

Il marginal tax rate, ovvero l’aliquota fiscale marginale. Le aliquote fiscali applicate su di un reddito marginale “netto”, vale a dire “al netto da ogni genere di spesa”. Vale a dire, ancora, misurare in ambito fiscale quello che le Persone già fanno con la loro spesa, che vuol dire, infine, tenere conto del “fattore umano”. Supremazia del Mercato? Sistema capitalista. Supremazia dello Stato? Sistema comunista. Supremazia delle Persone? Tognocchi conia un nuovo termine: Personismo. Ecco, fondiamo il nuovo sistema sul “Personismo”: la Persona, con le sue necessità e il suo naturale, esistenziale svolgimento economico, posta al centro del sistema. New Deal, Nuovo Patto.

Qual è la formula per questo cambiamento? Il libro lo dice (anche con delle vignette; “per i non capenti” come dice Tognocchi): “la tassazione sul netto è la soluzione”. Con delle naturali implicazioni sul sistema: ad esempio, se il prelievo fiscale avviene al “netto da ogni spesa” accadrà che avrò tutto l’interesse a far apparire le spese, tutte le spese, nella mia dichiarazione dei redditi. Conseguenza: non  conviene affatto fare del “nero” o cercare il modo di evadere. Conviene anzi chiedere la ricevuta fiscale: più spendo per me meno pagherò di tasse. Una spinta di impatto poderoso sull’equità della ridistribuzione sociale della ricchezza fatta direttamente da ogni persona, come ognuno può comprendere meglio con la lettura del libro. Sarà più conveniente dichiarare, piuttosto che no. Non solo: chiederò sempre la ricevuta fiscale, perché così faccio comparire la spesa. E mi sgravo dalle tasse.

E siamo giunti alla seconda implicazione: il metodo proposto ne “La Meccanica dei Soldi” ha anche un risvolto di forte impulso, di volano dell’economia reale. Si tratta infatti di un moltiplicatore ancora più potente del classico moltiplicatore keynesiano. Perchè? Nel modello di Keynes la spinta per lo sviluppo era data dall’investimento pubblico diretto dallo Stato; in questo modello l’input è dato sì dallo Stato, ma in modo indiretto: lo Stato spinge i cittadini a provvedere con le loro spese ad ogni loro bisogno in modo diretto. E gli dà valore. Partendo dalle spese personali, inerenti alla vita, a cominciare dalle necessità alimentari, fino a quelle più spirituali ed estetiche, fino a tutte quelle che oggi non sono considerate e sono pur importanti: l’acquisto di casa, l’affitto, il condominio, il vestiario, ecc. La moneta, i soldi, cominciano a correre, in quello che nel libro viene paragonato ad una sorta di sistema idraulico. La moneta è l’equivalente del sangue in una persona? Se cade la pressione, arriva il collasso, se si alza troppo, l’infarto. Ma se sono le Persone a regolare il flusso con la loro vita quotidiana, le loro esigenze, le loro necessità, la pressione rimane regolare. I soldi circolano, l’organismo si mantiene sano. Il sistema fiscale, che ora si presenta come un fattore di rallentamento della velocità di circolazione, con prelievi che non tengono conto del fattore umano (di ciò che serve alla vita di singoli cittadini) rallenta il flusso, crea ristagni e blocchi.

“Moltiplicatore potente”, si diceva. Certo, risponde Tognocchi, perché se ciò che il cittadino persegue è la propria felicità, vale a dire i bisogni imprescindibili dall’esistere, dal più elementare al più “rarefatto”, quale motore più forte ci può essere per l’impegno finanziario su nuove idee, sulla ricerca, sull’avanzamento in generale dei mezzi per rendere più facile, più godibile, più diffusa la felicità del genere umano?

Riassumendo, dice Mario Tognocchi, “la proposta presentata in questo libro possiede cinque caratteristiche: “Semplicità, giustizia, trasparenza, forza che deriva dal dare valore all’iniziativa di ciascuno (dando valore alle loro spese e alle Persone), e infine una caratteristica pedagogica, quella che deriva dal “tenere conto” di ogni genere di risorsa, di ogni azione umana”. Un principio, quest’ultimo, che corrisponde in un certo senso, al “dare a ciascuno il suo”.

Giustizia, sviluppo e … ruolo del denaro. Da qui il titolo: la Meccanica dei soldi. La novità? “Non è nel fatto che questo progetto tiene come unità di conto il denaro, ma che in quel movimento del denaro è il progetto, è un primo passo, per legare indissolubilmente il movimento della moneta alla giustizia. Come? E’ semplice: dando valore a quello che fanno le persone, dando valore ai loro diritti economici, dando valore a ciò di cui hanno bisogno le persone”. Implicazione importante: dunque, il diritto a spendere “per la propria felicità”. E’ un diritto personale, inerente all’esistenza stessa. Un principio che si declina non solo nella caratteristica propulsiva del progetto , ma che concorre a dare alla moneta la caratteristica distributiva e moltiplicativa dei diritti.

Ma allora, che ne è del denaro “sterco del diavolo?” … La moneta per la moneta, l’accumulazione di moneta, il blocco per cupidigia, ciò che tengo per me e per gli altri niente, schiavi, servi … ecco lo stercus diaboli. Ribaltando il concetto, invece, si passa dalla Persona serva del denaro al denaro servo della Persona e della ricerca della sua Felicità; felicità individuali che, tutte insieme, non possono che diventare la Felicità di tutti. Allora, spargiamolo un po’, questo letame….

Mario Tognocchi e AA.VV., “La Meccanica dei Soldi … ed Effetti collaterali”,

Economìa de Las Personas Editrice (sul sito ILMIOLIBRO.IT o semplicemente digitando il titolo su Google) – euro 13,50

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