La Kyenge: stop obbligo di cittadinanza per le borse di studio

Il ministro a Reggio per incontrare irappresentanti del Network nazionale delle Città del dialogo interculturale

La Kyenge: stop obbligo di cittadinanza italiana per le borse di studioStop all’obbligo di avere la cittadinanza italiana per accedere ai bandi delle borse di studio e un piano triennale contro il razzismo. Sono le novità annunciate lunedì dal ministro per l’integrazione Cecile Kyenge in visita lunedì a Reggio, dove ha partecipato a un incontro di lavoro dei rappresentanti del Network nazionale delle Città del dialogo interculturale: 23 comuni tra i quali Arezzo, Bari, Forlì, Genova, Milano, Olbia, Palermo, Pizzo Calabro, Pompei, Ravenna, la stesa Reggio Emilia, Torino e Venezia.Prima dell’incontro con il Network, il ministro ha fatto visita al liceo Ariosto-Spallanzani dove gli studenti svolgono progetti educativi, corsi di studio e laboratori sul dialogo interculturale con la fondazione Mondinsieme ed è intervenuta in Sala del Tricolore, dove ha ricevuto il Primo Tricolore, principale riconoscimento della città, dal vicesindaco Ugo Ferrari e dall’assessore a Coesione e sicurezza sociale Franco Corradini, alla presenza del prefetto di Reggio Emilia Antonella De Miro

La scomparsa del requisito della cittadinanza italiana per i bandi delle borse di studio nel nostro Paese rientra nella più generale riforma in materia di integrazione allo studio da parte del ministro e che riguarda numerosi aspetti. Un altro capitolo sarà  la riforma della normativa sui rifugiati politici che “è a buon punto” ha annunciato Kyenge, ricordando che l’Italia dovrà recepire tutte le normative europee in merito.

Inoltre Kyenge ha annunciato che il ministero dell’integrazione sta lavorando ad un progetto di lotta contro il razzismo. “Unanime fra i colleghi europei, è stato anche il consenso intorno all’adozione del ‘Patto 2014-2020 per “un’Europa della diversità e per la lotta al razzismo” ha spiegato Kyenge, sottolineando che “Questo Patto deve individuare ed enunciare alcune misure concrete non solo di contrasto al razzismo, ma anche di sostegno alle diversità. Si configurerà come una sorta di appello al Consiglio, alla Commissione, al Parlamento e ai vertici dell’Ue, affinché adottino le linee guida e le misure da noi immaginate, con il coinvolgimento attivo delle istituzioni locali, della società civile, dell’associazionismo e del volontariato”. Si tratterà in pratica di varare “misure e strumenti concreti capaci di contrastare efficacemente una mentalità che alimenta il discorso razzista e discriminatorio in tutti gli ambienti, dal lavoro allo sport, alla scuola, alla vita politica”.

 

 

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