Firenze – S’è svolto la settimana scorsa a Firenze il Congresso di Possibile, la formazione politica di ispirazione civatiana che raccoglie un folto gruppo di “fuoriusciti”del Pd ma anche forze nuove e finora non in campo. Il dato che consente questa affermazione, è letà media dei partecipanti, dai 20 ai 30 anni, più qualche figura storica di “civatiani” della prima ora. “La giovane età della maggioranza dei partecipanti – commenta Iacopo Ghelli, storicamente vicino all’area di Pippo Civati – è un dato che ci conforta e inorgoglisce , perché ci concede prospettive di futuro”.
Fra i dati emersi dal Congresso, molto interessante è l’organizzazione che il nuovo partito si sta dando. Assumendo per ormai dichiarata e matura la crisi del partito tradizionale, Possibile sta tentando una serie di moduli organizzativi alternativi, dinamici, più partecipati che consentano di cogliere gli elementi di novità che sono emersi come istanze della società civile.
L’organizzazione è orizzontale, spiega Ghelli, con un ruolo fondamentale dei comitati locali, che “hanno lo scopo di generare attività e contributo politico, aggregandosi tra loro in base ai temi che ritengono prioritari. Un modo di procedere che consente, una volta scelto il tema di aggregazione che attrae anche altri comitati in una rete che da locale si fa nazionale, di nominare di volta in volta, il responsabile di ciascun progetto o iniziativa”. Un modulo organizzativo sperimentale che fa tesoro, come dice Ghelli, di esperienze politiche già presenti in altri Paesi (gli Usa ad esempio), ma non presi tout court, bensì calati nella realtà nazionale. Una sperimentazione continua che consente di acchiappare nelle sue maglie le istanze innovative della società.
“C’è una larghissima autonomia dei comitati – dice Ghelli – un modello che cattura le istanze di autonomia e partecipazione che emergono nella società, soprattutto fra i giovani. Quanto al numero – spiega Ghelli – siamo prossimi ai 240, ma, tenendo conto che molti sono rimasti “congelati” per regole interne in attesa della fine del congresso (in cui partecipano i delegati) si può affermare che entro la primavera, arriveremo ad almeno 300 comitati”.