L’operazione non era semplice né scontata: riuscire a raccontare la tragedia della Grande guerra con l’ironia. Invece lo spettacolo teatrale “Per la più grande Italia, ovvero Sandrone soldato” (regia di Auro Franzoni, con Damiano Scalabrini, Elena Tirabassi, Franco Bonilauri, Bogdan Gordjienko, Andrea Casoni, Carlo Rossi e Lauro Comastri) ha centrato in pieno l’obiettivo ovvero fare ridere e riflettere. E’ stata un vero successo la rappresentazione della commedia scritta nei lager di Rastatt e Cellelager (1917-18) da Angelo Ruozi Incerti messa in scena lunedì sera al teatro Metropolis di Bibbiano dalla compagnia “I Pazzi di Piazza”.
Il titolo dello spettacolo riprende il titolo del libro di Gabriele D’Annunzio che contiene i discorsi tenuti nel “radioso maggio” del 1915 ma gli intenti sono evidentemente satirici. Lo spettacolo narra infatti le vicende di Sandrone, maschera reggiana che solitamente appare come un contadino rozzo ma furbo che riesce, anche se maltrattato, a superare tutte le difficoltà grazie alla sua vivace e concreta intelligenza. Il Sandrone di Ruozi incerti però acquisisce uno spessore psicologico più profondo rispetto a quello della tradizione perché la sua semplicità e il suo buon senso non sono solo un’arma contro le ingiustizie subite dal protagonista ma divengono un antidoto culturale alla velenosa e fanatica retorica nazionalista del Duce, cioè il generale Luigi Cadorna, e del Vate, cioè Gabriele D’Annunzio.
Nelle avventure e nelle riflessioni di questo antieroe si possono così tutti i soldati che sono stati a combattere nelle trincee e mandati a morire a migliaia spesso per conquistare pochi metri di terreno. I dialoghi surreali e canzonatori, molti dei quali in dialetto reggiano, contribuiscono a creare un’atmosfera surreale che diviene una spietata critica alla follia della guerra. Ottime la regia di Auro Franzoni e l’interpretazione degli attori per una rappresentazione dolce-amara che ha meritato il lungo applauso finale.
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