Vigilia di Natale. Quella che in apparenza sembra una famiglia perfetta (la stessa del titolo) si riunisce amabilmente a colazione con gioia, entusiasmo e spirito natalizio a dir poco stucchevoli. Tutto sembra volgere al meglio finchè il capofamiglia (uno straordinario e vagamente inquietante Sergio Castellitto) diffonde il gelo con una frase: “Questo bambino non va bene. Ne voglio un altro!”. E così, d’un tratto, la sceneggiata viene pirandellianamente sbugiardata.
Lo spettatore intuisce in breve tempo la verità: ciò a cui stiamo assistendo non è un melenso quadretto familiare allargato, bensì una rappresentazione ad hoc voluta (e strapagata) da un uomo facoltoso ed evidentemente solo. Il perché di tutto sarà rivelato solo verso la fine, ma la situazione paradossale porterà gli sfortunati attori a fronteggiare più volte il brivido dell’improvvisazione attraversando bilanci e crisi personali (e di coppia).
Paolo Genovese – regista del passabile La banda dei Babbi Natale nonché dei modesti Immaturi e Immaturi Il viaggio – firma, con Una famiglia perfetta, un film gradevolissimo ed originale, che pecca forse di qualche forzatura comica e di alcune cadute nel luogo comune ma senza mai inficiare il ritmo o l’efficacia della narrazione. Gli attori sono tutti davvero bravi. Oltre al già citato Castellitto, doverose note di merito vanno al lanciatissimo Marco Giallini e alla radiosa Claudia Gerini (qui più affascinante che mai).
Fa piacere pensare che l’industria filmica italiana si avvicini una volta tanto al Natale anticipando l’immancabile cinepanettone con una commedia di ben altra qualità. Viene quasi (e forse ingenuamente) da sperare che il trend dell’intrattenimento cinematografico dicembrino del Bel Paese possa, da quest’anno, finalmente cambiare.