– Agenore – gli ha detto, la sera del sabato, con accento severo – tu appartieni a una nazione di ben trenta eziandio milioni di abitanti, non ficcarti le dita nel naso! a una nazione che è stata maestra di civiltà…. non grattarti! perdio, la testa, quando parla papà, hai capito? a una nazione insomma, di cui è operoso scrivano colui che ti ha messo all'onore del mondo. Domani è la festa dello Statuto. - Papà, che cos'è lo Statuto? - Lo Statuto è, figlio mio, quella cosa per cui non c'è che la gente senza educazione, che finga d'ignorare i proprii doveri, tra cui, te lo dico una volta per sempre, quello di ubbidire mammà e papà, e di non fare certe risposte; che non le farebbe neanche un monello di strada.