Firenze – Rossella Baldecchi non è nuova fra le stanze di Palazzo Pegaso, che hanno spesso ospitato le sue opere: la pittrice pistoiese ha infatti esposto i sui lavori in occasione di mostre collettive e anche personali, come “Cieca Humanitas” che si apre mercoledì 23 al nuovo spazio espositivo Carlo Azelio Ciampi (via De’ Pucci 16).
Artista il cui valore è riconosciuto a livello mondiale, Rossella Baldecchi è ambasciatrice di valori umani tanto imprescindibili quanto violati, e che per questo sono da leggere oltre il mero attributo di “genere”: la violenza è violenza, sempre. E se proprio vogliamo darle un attributo, è ai “vulnerabili”.
Il ruolo di ambasciatrice le è riconosciuto in molti angoli della Terra, soprattutto i più martoriati che lei racconta con una padronanza che, senza mai trascurare la tecnica – da cui trapelano competenza, cura al lavoro e ai soggetti rappresentati –, rimane attenta alla valorizzazione dei sentimenti che ogni vicenda genera. Così, ciascuna delle opere trasporta il suo sentire attraverso l’empatia armonica che sollecita, rendendo impossibile restare indifferenti davanti a un suo dipinto, che ti prende e fa diventare tua la sua emozione.
Impressioni che in vario modo fa scaturire a varie latitudini: per esempio, il 5 agosto 2019, in occasione delle celebrazioni per ricordare il bombardamento atomico sulla città, inaugura una personale a Hiroshima; sempre lo stesso anno accetta di partecipare al Human Rights di Rovereto, evento internazionale che accoglie artisti selezionati fra i migliori del mondo da Roberto Ronca, che della mostra è il curatore; dal 2019 è coordinatrice per l’Italia di Global Art Project for Peace, l’organizzazione internazionale con sede a Tucson guidata da Katherine Josten.
L’artista è sempre attenta ai fatti del mondo, fonte di dolore dal quale trae ispirazione per raccontare la violenza nel modo che più le è congeniale. Così è stato anche per “Donne, vita, libertà” (nella foto Rossella Baldecchi con l’opera appena terminata), dedicata alle donne iraniane e che prende il nome proprio dalle parole che loro invocano: «Con questo dipinto ho voluto raccogliere la chiamata delle donne iraniane alla comunità internazionale, di essere al loro fianco. Ho pensato di raccontare questo dramma attraverso il taglio dei capelli, gesto che per loro rappresenta il lutto. Ho dipinto una donna di schiena, evitando il volto così da rappresentarle non una ma tutte: il loro dolore è impresso con la scritta “Freedom” marchiata a sangue su quella schiena. Lo chador invece vola via, libero nel vento: il mio auspicio di un domani migliore l’ho espresso così, insieme al titolo dell’opera.»
L’opera fu presentata al pubblico lo scorso 16 ottobre, durante il convegno organizzato dalla sezione pistoiese di Fidapa BPW per celebrare il suo 30° anniversario: in quella occasione molte donne aderirono all’invito di tagliarsi una ciocca di capelli, raccolta per essere consegnata dalla Vicesindaco Anna Maria Celesti – insieme ad altre donne rappresentative del territorio e cittadine pistoiesi – al Presidente della Provincia Luca Marmo, che si è fatto tramite della voce di queste donne al Consolato iraniano, come segno di solidarietà.
“Donne, vita, libertà” sarà esposta con altre opere, fra cui gli ultimi lavori ancora inediti, durante “Cieca Humanitas”, ma allo stesso tempo – a confermare l’apprezzamento verso questa donna e pittrice – una sua… “copia” sarà la protagonista della manifestazione per il 25 novembre organizzata a Fabriano: con questa città Rossella ha un rapporto molto speciale, iniziato nel 2019 quando la locale sezione Fidapa la invitò per una personale, allestita al Museo della Carta e della Filigrana in occasione del Meeting mondiale delle città Creative Unesco. La stessa sezione Fidapa che questa volta ha voluto valorizzare l’opera dedicandole l’infiorata contro la violenza.
Quella violenza che l’arte di Rossella denuncia con le parole comprensibili in ogni idioma, nella convinzione che l’arte è un messaggio di bellezza ovunque comprensibile in quanto ispiratrice di sentimenti benevoli. La sua arte è bellezza che raccontando l’orrore suscita il disprezzo verso la volgarità di gesti e parole traculenti, e sa diventare messaggio di ottimistica speranza, portata lievemente dal battito d’ali di una farfalla.