“Un’interessante serata di confronto su un tema su cui dilagano le fake news e su cui è fondamentale fare innanzitutto buona informazione.”
Questo è stato per gli organizzatori del Comitato “Agorà 7 Luglio” di Possibile “2 anni dopo: non lasciateci (ius) soli”, il dibattito tra i deputati Andrea Maestri (Possibile), Vanna Iori (PD) e Youness Warhou (attivista per il diritto alla cittadinanza) e moderato dal cronista di 7per24 Simone Russo che si è tenuto ieri al Circolo Arci Gardenia di Reggio Emilia.
Durante la serata, che ha visto gremita la sala del Gardenia, sono stati innanzitutto ricordati i contenuti della legge da due anni ferma in Senato.
“La nuova legge sulla cittadinanza – ha spiegato Youness Warhou – riguarda bambini e ragazzi che sono nati o cresciuti qui, i cui genitori vivono stabilmente nel nostro paese da anni o che hanno frequentato con successo un ciclo scolastico. E’ una legge di civiltà, che risolve problemi che gli italiani senza cittadinanza vivono quotidianamente sulla loro pelle, dall’iscrizione ai concorsi pubblici alla partecipazione alle gare sportive.”
Il percorso della legge ha ricevuto il pieno sostegno da parte di Vanna Iori, deputata reggiana del Partito Democratico. “Al 90% – ha dichiarato – la legge verrà approvata anche in Senato. Il provvedimento sullo ius soli favorirà l’intercultura e il rispetto delle differenti provenienze geografiche, linguistiche e culturali: è un valore e una risorsa per le nuove generazioni che deve essere coltivato e favorito attraverso i percorsi di formazione all’interno delle scuole e di tutte le realtà educative.”
Andrea Maestri, che ha concluso la serata regalando all’on. Iori una copia del “Manifesto” di Possibile con l’augurio che almeno sul terreno dei diritti si possano superare le profonde differenze politiche tra i due partiti, ha ricordato la necessità di un lavoro culturale e capillare per smontare le bufale che stanno prendendo piede su questo tema. “Questa legge è un primo passo, forse persino insufficiente: uno ius soli temperato che lega un diritto alle condizioni economiche della famiglia di chi dovrebbe esserne destinatario. Ma è il minimo che si possa fare per gli 800.000 ragazzi interessati, e approvarla è un dovere.”