Narrano le cronache politiche che, riunitisi in poche unità per il direttivo della “soluzione finale” i montiani locali, guidati da Simone Montermini (gli stessi che siedono al governo con Renzi) abbiano optato per l’oblio. Cioè nessuna indicazione precisa di voto e schieramento, tantomeno per il candidato “naturale” Luca Vecchi. La scelta, di per sé apparentemente ammantata di purismo idealistico, la si deve leggere nel contesto dello scompaginamento provocato dall’effetto Renzi ma ancor più nella assoluta mancanza di direttive dal partito centrale. Che evidentemente non esiste. Ve le immaginate scelte di questo tipo ai tempi della Dc, del Psi o del Pci? D’altronde Montermini è lo stesso che, sindaco Pd di Castelnovo Sotto, si mise a fare campagna elettorale per l’allora bocconiano in irresistibile ascesa, il premier Mario Monti. La cui discesa è stata altrettanto rapida. Quando hai a che fare con volponi mutaforma come Pier Ferdinando Casini non hai mai la certezza che la scelta fatta alla sera possa restare valida fino all’indomani.
Ma il caso politicamente più clinico che si possa, riguarda le scelte del nuovo partito di Alfano, il Nuovo Centrodestra appunto. Mentre gli alfaniani governano con Renzi in lungo e in largo, gli ‘ndiciini reggiani vanno all’opposizione. E si fioccano con simbolo e lista sotto il marchio di Donatella Prampolini. Dando vita a un raro caso di dissociazione bilocativa da schieramento. Col centrosinistra a Roma, col centrodestra poco più sopra a Reggio Emilia. Altra scelta che la dice lunga sulla presenza e la forza del partito e sulla precisione delle eventuali direttive. Non hanno un segretario vero e proprio ma il coordinatore è Cristian Immovilli, prampoliniano (Donatella non Camillo) convinto.
E l’Udc, ammesso che esista ancora dalle nostre parti? A livello nazionale Casini, fiutando l’aria del possibile (ma non certificato) dissolvimento berlusconiano, ha sposato l’alleanza con Alfano e soci, un modo indiretto per restare al centro ma virare verso il centro-sinistra laddove oggi esistono i centri di potere esecutivi. Gli ex esponenti dell’ultimo partito col simbolo della Balena Bianca sono piuttosto divisi: l’ex segretario provinciale Luca Pingani è confluito negli alfaniani (vittime della già descritta schizofrenia di schieramento). Così come il referente storico di tutto quanto fa da sempre atmosfera democristiana, Tarcisio Zobbi. Il referente provinciale Udc è oggi il correggese Enrico Ferrari ma non ci sono indicazioni di voto. Si sussurra che non sia lontano dalle posizioni di Cinzia Rubertelli.
Morale? A livello centrale hanno fatto di tutto per diventare renziani e sopravvivere in tempi in cui solo a sentire parlare di centro ti viene qualche sospetto; mentre a livello periferico hanno scelto di morire democristiani.