La crisi in M.O. si fa ancor più drammatica e imprevedibile dopo le 47 esecuzioni a Riad. Il conflitto è precipitato nel suo punto principiale, oltrechè principale: sunniti vs. sciiti. L’Occidente che si è illuso di poter entrare in questa dinamica intraislamica traendone prevalentemente vantaggi, ora potrebbe trovarsi nella situazione non voluta di dover pagare tutti i pegni di una storia lunga di astuzie, disinvolture e miopie politiche. Ripeto una valutazione già detta in un precedente post: nei primi quarant’anni del secondo dopoguerra quando vi fu da parte dell’occidente una sorta di delega di intelligenza della condizione mediorientale all’Italia, questa situazione (probabilmente) non si sarebbe determinata. Gli USA purtroppo non dispongono di questa specifica e complessa intelligenza della situazione arabo-islamica o, se vogliamo, mediterranea.
Ricordo, fra gli altri, gli insegnamenti e le esortazioni di don Giuseppe Dossetti che, in quanto monaco con esperienza politica e conoscenza diretta del mondo islamico per aver vissuto vari anni con le sue comunità in Terrasanta, conosceva quel particolare quadrante geografico e storico, e ha dedicato molte energie dei suoi ultimi anni di vita per convincere l’Italia, l’Europa e l’occidente ad assumere nei confronti del M.O. la responsabilità di una strategia di rispetto/accettazione degli equilibri determinatesi nel dopoguerra, per quanto discutibili, con il solo complemento della creazione di due Stati: Israele e Palestina. In caso contrario si sarebbe determinato un imprevedibile sconquasso del mondo intero, oltrechè la sparizione dei cristiani nei luoghi Santi della loro fede. Non so se fra 10, 15 o 20 anni – diceva all’indomani della prima guerra del Golfo nel 1991 – ci sarà la grande vendetta verso l’occidente ritenuto, a torto o a ragione, responsabile di ogni colpa attuale e passata: solo chi li conosce sa che gli islamici hanno una memoria lunga. E l’ho visto piangere quando l’Europa (“persino la Chiesa e persino Kohl”) ha caldeggiato lo smembramento dell’ex Jugoslavia (e adesso scopriamo che il pericolo per l’Italia verrebbe dai Balcani). Capisco che non era facile accettare un equilibrio in quegli anni assicurato da Saddam, Mubarak, Gheddafi, Assad (e più vicino a noi, Tito), ma non si può spezzare un equilibrio di forze senza sapere ed essere in grado di realizzarne un altro. È la legge della forza, o più semplicemente della politica che alla forza dovrebbe sempre unire l’intelligenza della storia.