La congiura dei Pazzi: il piatto freddo della vendetta

Firenze – La seconda serie della fiction sui Medici, attualmente in lavorazione, avrà come soggetto l’età di Lorenzo il magnifico e  quindi   anche la Congiura dei Pazzi, una delle  più  celebri  della  Storia in quanto contribuiscono alla sua  fama  il fascino della Firenze rinascimentale, le figure di Lorenzo il Magnifico, Papa  Sisto IV, dell’ insospettabile Federico da Montefeltro. Vediamo di chiarire alcuni aspetti di questo attentato che fu anche al centro di  un intrigo internazionale.

Un  recente libro di Franco Cardini e Barbara Frale  La congiura. Potere e vendetta nella Firenze dei Medici ripercorre  la storia della  famiglia-icona del Rinascimento italiano, rilevando che essa è anche la storia di una successione quasi ininterrotta di congiure e complotti volti a eliminare i suoi esponenti più prestigiosi.

I due autori sottolineano il  momento cruciale, la ‘congiura per eccellenza: quella che, nell’aprile 1478, doveva mettere fine al dominio della famiglia su Firenze e sopprimerne la guida, Lorenzo il Magnifico. Lorenzo – osservano  Cardini e  Frale –  è all’apogeo della sua fortuna. Incontrastato signore di Firenze, ben accolto in tutte le corti italiane. Ma  evidenziano anche che alcuni errori  minacciano la sua stabilità: l’ostilità del nuovo papa Sisto IV, che toglie ai Medici il lucroso incarico di banchieri pontifici, la vendetta della famiglia Pazzi, cresciuta in potenza e ormai temibile concorrente. l’invidia verso un uomo che sembra costantemente baciato dalla fortuna cementa il legame dei nemici e li determina all’azione.

Il libro delinea gli scenari, il ruolo dei protagonisti della Congiura e  consente di chiarire alcuni snodi cruciali della vicenda. Ma apre anche nuovi interrogativi  e delineano alcuni aspetti ancora controversi o addirittura  enigmatici

Aspetti che  abbiamo  cercato di far emergere  con questa intervista al  Prof. Franco Cardini 

Quali  sono  i motivi  di  una così duratura  notorietà  della Congiura dei Pazzi    quando altri eventi  simili sono  assai  meno  ricordati?

La fama della congiura riguarda i Medici in generale, Lorenzo in particolare: è a causa loro che quell’episodio è tanto famoso. C’è poi il fatto di Giuliano, il dedicatario delle Stanze del Poliziano, l’amante della bellissima ed enigmatica Simonetta Cattaneo al centro di un’enigma esoterico incentrato sul suo ritratto di Piero di Cosimo oggi conservato al Museo di Cantilly.

L’atteggiamento di  Lorenzo de’Medici nei confronti dei Pazzi  fu  intransigente…Questo contrasta con la sua  capacità di mediazione.. 

Lorenzo non era affatto quell’uomo affabile e simpatico che sembrava: pessimo economista e finanziere, era un politico finissimo e un abile diplomatico. Nel caso dei Pazzi, doveva esercitare una vendetta contro ex amici e alleati ch’erano anche parenti: non si sognò nemmeno di usare clemenza e perdono. La vendetta, al suo tempo, era sì condannata dalla morale cristiana: ma considerata anche un dovere negli usi civici e familiari. Inoltre, nel caso della “congiura dei Pazzi” c’era una concreta minaccia di vero e proprio sovvertimento della repubblica: il rischio era quello della signoria occupata da un parente del papa, Girolamo Riario, nipote di Sisto IV. Ciò conferiva alla sua vendetta – che fu tale – anche un carattere di giustizia.

Una Congiura  che  ebbe  così   illustri promotori   fu  messa in atto  con improvvisazione  e con errori  madornali… perché? 

Per la verità, stando alle carte del Magnifico, ch’egli non si fidasse più da tempo dei Pazzi e ne temesse qualche mossa  emerge da alcuni anni prima dell’aprile del ’76: i Medici avevano lungamente umiliato quella famiglia che era pure loro alleata, e i Pazzi erano riusciti a sostituire quelli che ormai erano rivali in un’importante funzione finanziaria presso la Curia. Tuttavia, è vero che la ferocia dell’attentato sorprese tutti.

Ci furono segni premonitori  che vennero  sottovalutati ?

La coincidenza, il caso, giocano sovente un ruolo nella storia: talvolta un ruolo importante. Nel caso della congiura si verificarono dissensi tra i congiurati, imprevisti che ritardarono e modificarono l’azione fino all’ultimo istante, episodi d’imprudenza e d’improvvisazione. Senza dubbio è tuttavia strano che il còmpito di uccidere Lorenzo (senza dubbio l’obiettivo principale dei congiurati) venne affidato alla fine, in seguito agli scrupoli dell’ultimo istante dai quale vene còlto colui che avrebbe dovuto esserne l’autore e  che ne aveva senza dubbio le capacità professionali, a due pavidi incapaci. Tutto ciò è strano e pone alcune domande: c’erano state fUghe di notizie dell’ultim’ora? Perché ci si accanì soprattutto contro Giuliano, che nelle faccende pubbliche e familiari aveva sempre avuto un ruolo secondario? C’erano motivi privati speciali di odio contro di lui da parte di qualche congiurato? E quali erano i veri rapporti tra Lorenzo e Giuliano? Che cosa non sappiamo ancora – e presumibilmente non sapremo mai – dei retroscena della congiura?

La  “ vendetta”  di  Lorenzo  non si limitò a colpire i  Congiurati  e  le loro famiglie ma  fu  assai ampia  …… era una prassi   costante per  tali  fatti di sangue?

La “spirale della vendetta” è sempre, di solito, più ampia di quanto ci si aspetterebbe: d’altronde uno dei principali protagonisti della congiura era stato il Riario, che in un primo tempo l’aveva fatta franca; ci si sarebbe dovuti aspettare gli effetti lunghi dell’ira di Lorenzo. La vendetta, del resto, è notoriamente un piatto che si serve freddo. Infine, c’è la circostanza inquietante del fatto che Caterina figlia di Galeazzo Maria Sforza, la consorte del Riario la quale non sembra fosse in speciali rapporti d’intesa con il marito, era in stretti e buoni rapporti col Magnifico. Un elemento in più per porsi domande che lasciano “aperta” la questione. Come sempre succede nella storia, nemmeno il libro di Barbara Frale e mio “chiude” la questione. Anzi, apre nuove problematiche e suggerisce ulteriori scenari. A nostro avviso, questo costituisce un pregio e non un difetto di un buon libro di storia.

Foto wikipedia. Girolamo Macchietti, Ritratto postumo di Lorenzo de’ Medici

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