Conferenza internazionale di Sanremo: la difficile pace dopo la Grande Guerra

Firenze – La conferenza internazionale di pace di Sanremo vide riuniti dal 19 al 26 aprile 1920 i  capi di governo di Gran Bretagna, Francia, Italia, Giappone, le maggiori potenze vincitrici della prima guerra mondiale (dette appunto I quattro grandi ) per decidere il nuovo assetto del Vicino Oriente a seguito alla caduta dell’Impero ottomano. Gli Stati Uniti furono presenti, invece, solo come osservatori.

L’incontro, che fu un episodio importante delle trattative dipolmatiche successive alla fine del conflitto, si tenne a Castello Devachan. una stupenda villa liberty in una eccellente  posizione panoramica. Era presieduto da Francesco Saverio Nitti in quanto rappresentante del Paese ospitante. Vi parteciparono, inoltre, i primi ministri inglese e francese Lloyd George  e Millerand e l’ambasciatore Keishirō Matsui in rappresentanza del Giappone.  

 Presero parte ai lavori anche i membri del Comitato supremo militare interalleato (per l’Italia il gen.Cadorna).

La prima questione che fu affrontata riguardava la navigazione negli Stretti dei Dardanelli  e del Bosforo e, quindi, le comunicazioni marittime fra Mediterraneo e Mar Nero. Si decise per l’internazionalizzazione che garantiva in tempo di pace il libero passaggio negli Stretti mentre in caso di guerra era concesso agli Stati che non fossero in guerra con la Turchia.

Si passò poi al punto più delicato ovvero il nuovo assetto del Vicino Oriente a seguito dello smembramento dell’Impero ottomano. 

In realtà, Gran Bretagna e Francia avevano già trovato un’intesa fin dal 1916 con l’accordo segreto Sykes-Picot  nel quale si era stabilito che la Gran Bretagna avrebbe ottenuto il controllo delle aree corrispondenti alle attuali Giordania, Iraq e il territorio intorno ad Haifa e S.Giovanni d’Acri .La Francia avrebbe avuto il controllo della Siria, del Libano con aree d’interesse nella parte settentrionale dell’Iraq, in quella meridionale della Turchia.

L’accordo era segreto ma non ignorato dalle altre Potenze. Comunque, Regno Unito e Francia erano in quel momento le più forti e la Conferenza finì per avallare le loro posizioni.

In effetti, il summit fra le Potenze vincitrici era stato convocato in tutta fretta in quanto il 7 marzo la Siria aveva proclamato la propria indipendenza e si era costituita come Regno Arabo di Siria.

A Sanremo fu invece deciso che sarebbero stati assegnati mandati della Società delle Nazioni alla Gran Bretagna su Iraq, Giordania e Palestina e alla Francia su Siria e Libano. 

I mandati vennero precisati in modo dettagliato nel Trattato di Sévres del 1921 e confermati dal Trattato di Losanna del 1922.

L’Italia ottenne solo di veder confermato il possesso di Rodi e del Dodecanneso. Rivendicava anche un ‘area d’interesse in Anatolia, nella zona mineraria di Adalia e, a questo scopo, fin dal marzo 1919 aveva inviato un corpo di spedizione per occupare Adalia e la località limitrofe. Ma la costituzione della Repubblica turca rese irrealizzabili tali pretese. Se ne rese subito conto il governo italiano che scelse di appoggiare Mustafa Kemal Atatürk

Mentre svolgeva la Conferenza di Sanremo era in corso la crisi di Fiume dove D’Annunzio  aveva proclamato la Repubblica del Carnaro. Il governo italiano sperava di vedere risolta la questione che però non fu affrontata e si sarebbe dovuti arrivare al Trattato italo –jugoslavo di Rapallo, il 12 novembre di quello stesso anno. 

Infine, si discusse anche la richiesta tedesca di poter disporre di un esercito di duecentomila uomini anziché dei centomila prescritti dal Trattato di Versailles. La Germania aveva motivato la richiesta per ragioni di ordine interno  a seguito del Putsch di Kapp che, a marzo, aveva rischiato di rovesciare la Repubblica di Weimar. La richiesta fu respinta anche se fu lasciata aperta la porta a ridiscutere la cosa in seguito.

In definitiva, a Sanremo, fu ribadito il predominio franco-britannico che aveva già portato alla spartizione delle colonie tedesche. Questo avrebbe contribuito anche se impropriamente al mito della vittoria mutilata. Impropriamente, perché l’esclusione dalle colonie africane e dai mandati nel Vicino Oriente fu una fortuna per l’Italia. 

In effetti, sul momento, si voleva dare al popolo italiano così duramente provato dalla guerra la “consolazione” di vedere il nostro Paese annoverato fra le grandi Potenze ma il governo Nitti e gli altri che si succedettero prima del fascismo  dettero prova di realismo politico e di saggezza in quanto evitarono di esasperare le loro richieste e di irrigidirsi inutilmente. 

Viceversa, il fascismo  avrebbe amplificato la retorica della vittoria mutilata per ricercare assurde espansioni territoriali e tracotanti conquiste coloniali. 

Foto: https://it.wikipedia.org/wiki/Conferenza_di_Sanremo

 

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