Era partito come uno sbuffo di neve su una montagna il caso dell’auto di servizio della comandante dei vigili urbani di Parma Patrizia Verrusio. Due auto civetta della Municipale con autista, utilizzate quotidianamente per andarla a prendere alla stazione ferroviaria e portarla in ufficio.
Ma con il passare dei giorni la neve sta diventando valanga, e ormai siamo arrivati all’esposto in procura per appropriazione indebita. Alla denuncia depositata dal Movimento Nuovi Consumatori si aggiungono le richieste di spiegazioni da parte dell’opposizione in consiglio comunale e a un’interrogazione del Pdl alla giunta regionale.
Tutto è iniziato con una denuncia del Partito Comunista dei Lavoratori (PcL) di Parma. Con tanto di consistente documentazione fotografica, alcuni esponenti del partito hanno puntato il dito contro quella che sembra una prassi per gli spostamenti della comandante della Municipale di Parma.
Nella nota del PcL si legge che “la signora giunge nella nostra città ogni mattina e ritiene etico e morale il farsi venire a prendere alla stazione ferroviaria dalle auto civetta della Polizia Municipale, con tanto di autista.
Un comportamento che abbiamo potuto verificare non essere occasionale o estemporaneo ma parte della pratica quotidiana: ogni mattina in cui è in servizio, alle 8 l’auto civetta è lì, con autista annesso”.
La vicenda è significativa non tanto dal punto di vista degli eventuali rilievi giudiziari, la cui sussistenza verrà verificata dalla magistratura. E’ un’altra la domanda che molti parmigiani oggi si fanno: è moralmente sostenibile un comportamento del genere da parte del comandante del corpo dei Vigili urbani in una città a guida grillina? Città la cui giunta si è auto decurtata i non elevatissimi emolumenti, tagliate le auto blu e dove il sindaco si fa vanto di viaggiare quasi sempre in bicicletta?
Imbarazzata, e per certi aspetti imbarazzante, la risposta dell’assessorato competente. Nella nota, rilasciata qualche ora dopo l’esplosione del caso, si legge infatti che “Patrizia Verrusio riveste la qualifica di pubblico ufficiale e ufficiale di polizia giudiziaria.
Tali qualifiche comportano, al di là della presenza in servizio sul luogo di lavoro, l’obbligo di intervento su qualsiasi situazione critica riscontrabile nell’ambito del territorio del Comune.
Per questo si può ritenere che il comandante della Polizia Municipale sia sempre in servizio, ogniqualvolta si trovi sul territorio comunale, con compiti ispettivi e di controllo, anche genericamente intesi, comunque finalizzati al presidio diretto nei luoghi di competenza.
L’utilizzo della vettura della Polizia Municipale, in questo caso, non è quindi da intendersi come uso privato, ma semplicemente di servizio”.
Una replica che non smentisce e, per certi versi, rappresenta una toppa peggiore del buco.
Nell’ultimo consiglio comunale la minoranza ha fatto notare infatti che, stando così le cose, tutti i vigili di Parma avrebbero lo stesso diritto all’auto “blu” di servizio. Tutti, infatti, sono pubblici ufficiali. Per tutta risposta, la giunta grillina si è limitata a rileggere lo stesso comunicato di cui sopra.
L’ultimo capitolo è rappresentato da un’interrogazione alla giunta regionale del capogruppo del PdL Gianguido Bazzoni, che parla di “vicenda equivoca” dal momento che vi sono stati finanziamenti regionali erogati al Comune di Parma sulla base di un accordo di programma specifico per lo sviluppo del corpo di polizia municipale della città ducale.
Secondo Bazzoni i finanziamenti sarebbero stati erogati in particolare per “adeguamento delle strutture e delle attrezzature”, tra cui il “rinnovo parco veicoli in dotazione” con la specifica attività dell’ “acquisto di veicoli idonei a svolgere al meglio le attività di competenza”.
A dispetto del periodo estivo, la bufera è appena all’inizio.