La Cina e il mondo: a Prato dialoghi sul futuro del colosso asiatico

Giornalisti, politici, saggisti discutono sui cambiamenti politici ed economici

Prato – Anche quest’anno a Prato si parla di Cina con il tradizionale appuntamento d’inizio autunno con il Festival Seta. Dialoghi sulla Cina Contemporanea, dal 5 al 7 ottobre, evento giunto alla sua quarta edizione. Cornice della rassegna l’ampio spazio del Museo del Tessuto in via Puccetti 3, l’esempio più importante di archeologia industriale tessile della Provincia di Prato ed unica grande fabbrica ottocentesca all’interno delle mura medievali della città. Un consolidato appuntamento culturale politico, sociale economico e di costume, promosso dall’associazione Orientiamoci in Cina,patrocinato dal Comune di Prato assessorato alla Cultura, dalla Provincia, dal Pin,(Polo Universitario città di Prato), già avviato quello regionale, cui partecipano importanti studiosi italiani e cinesi affiancati da diplomatici, giornalisti, analisti dell’Ispi nonché professori di economia internazionale delle principali università italiane ed estere. 

Obiettivo degli organizzatori approfondire temi e situazioni del colosso asiatico alla luce dei nuovi accadimenti politico-economico mondiali. Non a caso la città ospitante è per la quarta volta consecutiva Prato,il distretto industriale tra  i più importanti  in Italia,che con le sue 7mila aziende si colloca come il più grande centro tessile a livello europeo e uno dei poli più i forti  a livello mondiale per le produzioni di filati e tessuti di lana.  E che conta una percentuale di imprenditori cinesi intorno al 70% secondo gli ultimi dati registrati da Unioncamere, con circa 3.700 imprese cinesi nelle confezioni e 400 nel tessile solo in città  grazie anche alla notevole presenza della loro comunità. Che ad oggi, tra quelle straniere residenti, è la più numerosa rappresentando il 14,3% della popolazione totale con i suoi 27.829 cittadini in pianta stabile nel comune capoluogo.

Numeri in crescendo: dal 2019 al 2021, si sono attestati intorno alle 2.923 unità in più. Partendo dai fatti internazionali, l’intenzione  nei  tre giorni di incontri, sarà quella di approfondire ad esempio il ruolo della Cina e quello del Brics (raggruppamento delle emergenti economie mondiali Brasile,Russia, India, Cina, Sud Africa), quale nuovo polo economico che, contrariamente a quanto riportato dai media non intenderebbe sfidare l’Occidente,ma contribuire a creare un nuovo ordine economico internazionale più equo, grazie anche all’allargamento nel 2024 annunciato dagli  stessi memberships nel summit di fine estate a Johannesburg, a sei nuovi paesi: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Compito dei partecipanti sarà dunque quello di  discutere  se può essere  questa la nuova  conseguente contrapposizione all’ordine mondiale precostituito dalla fine della guerra fredda con un ritorno al multipolarismo grazie al ruolo sempre più preponderante della Cina nel quadrante asiatico  ma anche dell’India come nuovo potente alleato degli Usa. 

Non mancherà, poi,uno sguardo localistico sul ruolo di Prato e della Toscana quale realtà sociale includente e di costruzione di pace , ricordando la figura del sindaco fiorentino Giorgio La Pira che fu una delle personalità cattoliche  maggiormente impegnate nell’apertura verso il mondo asiatico, nell’ottica di una globalizzazione della concordia policentrica in cui la Cina è a tutt’oggi un punto di riferimento.  Fu proprio La Pira,fin dagli anni ’70, a riconoscere ai due colossi asiatici, Russia e Cina un ruolo decisivo e necessario per la pacificazione mondiale già all’epoca della piena guerra fredda. Occhio poi ai recenti modelli di città cinesi ecologiche, intelligenti iperconnesse  ed ecosostenibili secondo le contraddittorie spiegazioni, interne cinesi, e pubblicate sulle maggiori riviste di urbanistica. In particolare riguardo ai presunti processi di mediazione asiatiche raccontati dagli esperti e fotoreporter che hanno vissuto e svolto le loro ricerche in Cina. 

Spazio poi alla fantascienza e alla musica rock che come dice Han Song, uno dei tre maggiori esponenti della fantascienza cinese contemporanea, “Scrivo di essa perché credo che sia la letteratura più libera. Come la musica rock, essa è ribelle, l’universo non ha limiti, il pensiero non ha freni. Come voi avete infranto molte restrizioni legate alla religione del Medioevo, la Cina di oggi somiglia a quel periodo. La fantascienza può avere un ruolo decisivo nella liberazione del pensiero in Cina.”

Interessante il focus sui risultati raggiunti e su ciò che ci aspetta nel futuro della scuola italiana attraverso l’insegnamento della lingua cinese, con l’intervento dei professori dell’Associazione italiana insegnanti di lingua cinese.  Infine si discuterà anche di moda e delle nuove sfide di marketing sempre più accattivanti volti alla  conquista del consumatore cinese e del vasto mercato asiatico, tra strategie ed esempi di campagne pubblicitarie che funzionano.  “Un primo bilancio più che positivo per Festival Seta Cina,- così Matteo Burioni promotore dell’iniziativa, – che si conclude quest’anno con l’amministrazione guidata dal Sindaco Biffoni che ringrazio per il supporto e che ha visto,nonostante il Covid, una partecipazione molto sentita in città anche da parte di tanti studenti delle scuole che vi hanno partecipato. Moltissime le personalità accademiche  coinvolte per i toccanti temi di attualità.

Tra le interviste ricordo quelle del giornalista Ceccatelli con l’allora direttore del Tg2 Sangiuliano che parlò del suo libro su Xi Jinping, oggi ministro della Cultura e con Marcello Lippi che vinse il campionato del mondo con la Nazionale italiana nel 2006 e che raccontò della sua esperienza con la squadra cinese del Guangzhou. E poi i rappresentanti dei maggiori atenei italiani tra cui Milano, Torino, Bologna , Firenze , La Sapienza di Roma ,l’Università  Cà Foscari di Venezia , L’Orientale di Napoli. Senza contare i relatori tra cui i maggiori analisti dei centri studio per le relazioni internazionali: la fondazione Italia Cina, l’ISPI  di Milano, IAI di Roma, Il Centro Studi per la Cina contemporanea, Il Centro geopolitico de La Sapienza.

Un ringraziamento ai giornalisti che hanno preso parte agli incontri, agli esperti della materia e divulgatori di Asia. Tra questi Giada Messetti, Michelagelo Cocco e quest’anno la coppia Miavaldi e e Pieranni, senza dimenticare le mostre “contemporary matter” curate   da Silvia Vannacci sinologa, e studiosa di arte contemporanea cinese.  Il mio grazie  per l’ospitalità a Filippo Guarini direttore del più grande centro culturale d’Italia dedicato alla valorizzazione dei tessuti ed arte antica: il Museo del Tessuto di Prato. 

Tutti gli incontri sono gratuiti e aperti al pubblico. Info sul programma in allestimento alla pagina www.festivalseta.com

In foto il logo della quarta edizione di Festival Seta. Dialoghi sulla Cima Contemporanea.

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