La Chimera relocated nella Sala Leone X per il G7 della Cultura

Firenze – Quando nei prossimi giorni i delegati del primo G7 della Cultura saranno a Palazzo Vecchio avranno il piacere di ammirare la Chimera di Arezzo nella Sala Leone X dove fu esibita da Cosimo I al momento del suo ritrovamento alla metà del Cinquecento, ma non sarà sola, insieme al meraviglioso bronzo etrusco  del V-IV secolo A.c anche un busto in bronzo di Cosimo I eseguito da Baccio Bandinelli proveniente dalla Galleria Palatina e una lettera su cui lo stesso Baccio Bandinelli tratteggiò un disegno a inchiostro della Chimera, senza la coda, così come al momento del suo ritrovamento.

Un momento importante carico di simbologia che ritorna nel presente, arrivata nel palazzo ducale fiorentino insieme ad altri reperti, la scultura etrusca fu collocata, su suggerimento del Vasari, nella cornice della Sala di Leone X a simboleggiare le forze negative dominate da Cosimo nella costruzione di un nuovo e ideale regno di Etruria, lui stesso che, come sottolineò il Vasari “ ha voluto il fato che la si sia trovata nel tempo del Duca Cosimo il quale oggi è domatore di tutte le chimere”. Nel pomeriggio l’inaugurazione dell’esposizione “ Chimera relocated. Vincere il mostro” alla presenza del sindaco Dario Nardella appena rientrato da Roma dove si è svolta la conferenza stampa del G7, del Sovrintendente regionale Casciu, del direttore delle Gallerie degli uffizi Eike D. Schmidt, del direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e del curatore artistico Sergio Risaliti. “Abbiamo voluto dare un valore aggiunto al summit del G7 – ha detto il sindaco Dario Nardella – un messaggio forte indirizzato ai paesi del mondo, e grazie a un lavoro di squadra con la collaborazione di Muse, Uffizi, Museo Archeologico e Biblioteca Nazionale dando valore al genius loci della Chimera . Palazzo Vecchio è il luogo di ritorno di questa opera del IV e V secolo e crediamo che riportare le opere nei luoghi dove sono state esposte sia un progetto per educare alla cultura. Riannodiamo il filo della storia di Firenze con l’esposizione congiunta del busto di Cosimo I. Cosimo che riporta la Chimera a Palazzo Vecchio rappresenta la consapevolezza del recupero dei beni culturali, esattamente cinque secoli fa, un messaggio di grande modernità che è nato proprio a Firenze” .

“Non è stato facile – ha sottolineato il sovrintendente Casciu- muovere una delle attrazioni principali per il Museo Archeologico, inventariata con il n. 1, simbolo stesso del museo, riportarla a Palazzo Vecchio dopo tanto tempo, l’ultima volta fu negli anni ’80, è stata una scelta ragionata e  valeva la pena fare questo sforzo. Un ritorno meditato accompagnato dalla lettera con il disegno di Baccio Bandinelli e il busto di Cosimo I “.

“Un dialogo interessante questo – ha affermato Eike D. Schmidt,  direttore delle Gallerie degli Uffizi – il busto esposto a Palazzo Pitti è uno dei più importanti esempi di ritrattistica della seconda metà del Cinquecento”.E’ un piccolo scritto, vergato sul verso di una lettera domestica – è il commento del direttore della Biblioteca Nazionale centrale di Firenze che conserva la lettera esposta contenente il disegno della Chimera – nel momento in cui Baccio Bandinelli vede la Chimera per la prima volta e forse nella sala dove è adesso, è probabile che abbia preso il primo pezzo di carta a disposizione per farne uno schizzo, si ricrea in questo modo l’ambiente in cui avvenne questo episodio”.

“L’obiettivo non era scontato – ha detto Sergio Risaliti, curatore del progetto artistico – tutti hanno capito la bontà scientifica del progetto della Chimera Relocated che fa parte dei progetti didattici volti alla ricostruzione, poco alla volta, dei contesti originali, così come è stato per il ritorno degli arazzi di Bronzino,Pontormo e Salviati nel Salone dei Dugento e la rievocazione degli orticini pensili di Eleonora di Toledo sul Terrazzo di Saturno in collaborazione con Muse. Tra le possibili chiavi di lettura – ha aggiunto Risaliti – quella di Platone che ne La Repubblica fa riferimento al mostro che abita in noi, chimera o grifone, per Cosimo I un modo per esorcizzare la forze interne, da buon governatore a terribile tiranno”. La Chimera d’Arezzo, rinvenuta il 15 novembre del 1553 “dieci braccia sottoterra” come ricorda il Vasari in prossimità della porta San Lorentino, resterà a Palazzo Vecchio dove la volle esposta Cosimo I fino al 27 aprile e potrà essere vista da vicino, visto che si potrà  eccezionalmente circolare nella sala a 360°.

 

 

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