La Chiesa Toscana ha pregato per il Papa

Ultima messa, piena di commozione, soprattutto tra i fedeli, Cardinali, Monsignori – molti alla fine hanno anche pianto, rompendo il rigido protocollo cerimoniale vaticano, cerimonieri compresi – ieri nella Basilica Vaticana di San Pietro per Papa Benedetto XVI che il prossimo 28 febbraio lascerà, dopo aver annunciato le sue dimissioni, il papato. E ieri, quasi in contemporanea con la celebrazione vaticana, in tutte le chiese toscane, durante la celebrazione delle Ceneri si è pregato per il Papa. A Firenze, nella Cattedrale, il Cardinale Giuseppe Betori che ha deciso di rimanere a Firenze e di non concelebrare in Vaticano con gli altri Cardinali assieme al Papa, si è pregato perché “il signore illumini la Chiesa in un passaggio così nuovo per la sua storia nei tempi moderni”, ma anche ''per il Santo Padre Benedetto XVI, grati per la luce e il vigore con cui ha sostenuto il nostro cammino di credenti in tempi difficili per la testimonianza del Vangelo invochiamo per lui il dono di ogni consolazione dello spirito, preghiamo”.

Benedetto XVI ha aperto la sua ultima celebrazione liturgica da Papa, quella del Mercoledì delle Ceneri, nell'atrio della Basilica di San Pietro, da dove poi si è snodata la processione penitenziale che tradizionalmente percorre la distanza tra le chiese di Sant'Anselmo e Santa Sabina sull'Aventino. Quest'anno i riti sono stati spostati in Vaticano per consentire una maggiore partecipazione di fedeli, giunti da molti Paesi per salutare il dimissionario Benedetto XVI.

All'interno della basilica i posti a sedere, oltre 8.000 si sono esauriti molto presto.

E' toccato all'Arciprete della Basilica di San Pietro, il Cardinale toscano Angelo Comastri, imporre le ceneri sul capo del Papa. Comastri  ha sostituito il Cardinale Jozef Tomko, Prefetto Emerito di Propaganda Fide, in quanto titolare della Basilica di Santa Sabina, dove tradizionalmente il Papa celebra la liturgia delle Ceneri.

“Oggi – ha detto Benedetto XVI all’Omelia – Mercoledì delle Ceneri, iniziamo un nuovo cammino quaresimale, un cammino che si snoda per quaranta giorni e ci conduce alla gioia della Pasqua del Signore, alla vittoria della Vita sulla morte. Seguendo l’antichissima tradizione romana delle stationes quaresimali, ci siamo radunati oggi per la Celebrazione dell’Eucaristia. Tale tradizione prevede che la prima statio abbia luogo nella Basilica di Santa Sabina sul colle Aventino. Le circostanze hanno suggerito di radunarsi nella Basilica Vaticana. Siamo numerosi intorno alla Tomba dell’Apostolo Pietro anche a chiedere la sua intercessione per il cammino della Chiesa in questo particolare momento, rinnovando la nostra fede nel Pastore Supremo, Cristo Signore. Per me è un’occasione propizia per ringraziare tutti, specialmente i fedeli della Diocesi di Roma, mentre mi accingo a concludere il ministero petrino, e per chiedere un particolare ricordo nella preghiera”.

Quindi commentando il vangelo odierno Benedetto XVI ha detto che “Gesù ha denunciato l'ipocrisia religiosa e coloro che cercano l'applauso e l'approvazione del pubblico, invece della semplicità del Signore. Nella pagina del Vangelo di Matteo, che appartiene al cosiddetto discorso della montagna – ha ricordato il Papa – denuncia l'ipocrisia religiosa, il comportamento che vuole apparire, gli atteggiamenti che cercano l'applauso e l'approvazione. Il vero discepolo – ha detto Ratzinger – non serve se stesso o il 'pubblico', ma il suo Signore, nella semplicità e nella generosità. La nostra testimonianza allora – ha detto il Papa – sarà sempre più incisiva quanto meno cercheremo la nostra gloria e saremo consapevoli che la ricompensa del giusto è Dio stesso, l'essere uniti a Lui, quaggiù, nel cammino della fede, e, al termine della vita, nella pace e nella luce dell'incontro faccia a faccia con lui per sempre”.

In una sorta di testamento il Papa ha infine evidenziato come il volto stesso della Chiesa viene deturpato a volte dalle “divisioni nel corpo ecclesiale” e dalla mancanza di unità. Il Papa ha voluto in particolare sottolineare “l'importanza della testimonianza di fede e di vita cristiana di ciascuno di noi e delle nostre comunità per manifestare il volto della Chiesa”, quindi ha messo in luce “come questo volto venga, a volte, deturpato. Penso in particolare alle colpe contro l'unità della Chiesa, alle divisioni nel corpo ecclesiale. Vivere la quaresima in una più intensa ed evidente comunione ecclesiale, superando individualismi e rivalità, è un segno umile e prezioso per coloro che sono lontani dalla fede o indifferenti”.

Al termine della celebrazione il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato, ha preso la parola per salutare il Papa in occasione dell’ultima celebrazione liturgica che ha presieduto come Romano Pontefice.

“Beatissimo Padre, con sentimenti di grande commozione e di profondo rispetto non solo la Chiesa, ma tutto il mondo, hanno appreso la notizia della Sua decisione di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore dell'Apostolo Pietro”.

“Non saremmo sinceri, Santità, se non Le dicessimo che questa sera c'è un velo di tristezza sul nostro cuore. In questi anni, il suo Magistero è stato una finestra aperta sulla Chiesa e sul mondo, che ha fatto filtrare i raggi della verità e dell'amore di Dio, per dare luce e calore al nostro cammino, anche e soprattutto nei momenti in cui le nubi si addensano nel cielo”.

“Tutti noi abbiamo compreso che è proprio l'amore profondo che Vostra Santità ha per Dio e per la Chiesa che L’ha spinta a questo atto, rivelando quella purezza d’animo, quella fede robusta ed esigente, quella forza dell'umiltà e della mitezza, assieme ad un grande coraggio, che hanno contraddistinto ogni passo della Sua vita e del Suo ministero, e che possono venire solamente dallo stare con Dio, dallo stare alla luce della parola di Dio, dal salire continuamente la montagna dell'incontro con Lui per poi ridiscendere nella Città degli uomini”.

“Santo Padre, pochi giorni fa con i Seminaristi della sua diocesi di Roma, Ella ci ha dato una speciale lezione, ha detto che essendo cristiani sappiamo che il futuro è nostro, il futuro è di Dio, e che l’albero della Chiesa cresce sempre di nuovo. La Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre. Servire la Chiesa nella ferma consapevolezza che non è nostra, ma di Dio, che non siamo noi a costruirla, ma è Lui; poter dire noi con verità la parola evangelica: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare» (Lc 17,10), confidando totalmente nel Signore, è un grande insegnamento che Ella, anche con questa sofferta decisione, dona non solo a noi, Pastori della Chiesa, ma all’intero Popolo di Dio”.

“L’Eucaristia è un rendere grazie a Dio. Questa sera noi vogliamo ringraziare il Signore per il cammino che tutta la Chiesa ha fatto sotto la guida di Vostra Santità e vogliamo dirLe dal più intimo del nostro cuore, con grande affetto, commozione e ammirazione: grazie per averci dato il luminoso esempio di semplice e umile lavoratore della vigna del Signore, un lavoratore, però, che ha saputo in ogni momento realizzare ciò che è più importante: portare Dio agli uomini e portare gli uomini a Dio. Grazie!”.

A questo punto un lungo applauso, durato diversi minuti, come mai si è sentito nella Basilica ha salutato il Papa.

Molte le persone e gli stessi Cardinali e Monsignori – compresi anche i cerimonieri – con le lacrime agli occhi. Il Papa, visibilmente commosso, dopo alcuni minuti, ha richiamato tutti a ritornare alla preghiera per concludere la celebrazione liturgica.

Prossimi ed ultimi appuntamenti pubblici con i fedeli: domeniche 17 e 24 all’Angelus e il 27 febbraio, alla vigilia della fine del suo pontificato, per l’ultima Udienza Generale del mercoledì.

Non molti, complice anche la settimana degli esercizi spirituali quaresimali, che per 7 giorni impegnano totalmente il Papa e la Curia, invece gli impegni ufficiali o semi privati: oggi alle 11,30 udienza con il clero di Roma, nell'aula Paolo VI, venerdì alle 11  udienza al Presidente della Romania e alle 11,30 ai Vescovi della Liguria. Segue incontro con il gruppo Pro Petri Sede. Sabato 16 alle ore 11 udienza al Presidente del Guatemala e alle 11,30 ai Vescovi della Lombardia. Sabato udienza privata e personale con il Presidente del Consiglio italiano Mario Monti. Da lunedì a venerdì prossimi esercizi spirituali. Alle 11,30 udienza al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. Domenica 24 Angelus, mentre lunedì udienze ad alcuni Cardinali della Curia,. Martedì 26 febbraio giorno libero da impegni. Mercoledì 27 febbraio Udienza Generale alle 10,30. Giovedì 28 febbraio alle 11 in sala Clementina, i Cardinali saluteranno il Santo Padre. Nel pomeriggio alle ore 17, partenza in elicottero per Castel Gandolfo. Alle ore 20 si concluderà il Pontificato di Benedetto XVI e inizierà la Sede Vacante.

Nella foto il Cardinale Toscano Angelo Comastri impone le Ceneri benedette sul capo del Papa.
 

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