Vabbé che è redditizio parlare alla pancia degli italiani, ma qui si esagera. Eppure, dovevamo aspettarcelo, che saremmo arrivati a questo. I primi prodromi, apparentemente innocui, del disastro incombente stavano già nelle peripezie della povera Alessia Marcuzzi, gonfia come una mongolfiera, che affidava le sorti della sua salute non a un semplice yogurt, ma ad una specie di meravigliosa macchina bellica batterica che ipso facto la induceva a defecare con metronomica regolarità, la svuotava di ogni impurità, la rendeva nuovamente vergine, le faceva lo scrub, il lifting, la messa in piega, la faceva sgonfiare con ovvii rumori tonanti e, in caso di morte, dopo tre giorni ne prendeva possesso e la faceva risorgere ad una nuova vita di donna / fermento lattico.
Dovevamo subito correre ai ripari; invece, ci siamo fatti blandire dalle promesse del candido non-alimento, e ci siamo buttati tutti in massa a ingozzarcene credendo di poterci sgonfiare senza colpo ferire, specie in ascensore. I più disperati, facendo l’amore con il sapore, grati di non doversi più finalmente sentire così soli. I risultati, sinora, sono contrastanti. Da un lato è emerso che mangiare yogurt non rende invulnerabili alle pallottole, impervi alle influenze (con grave scorno di chi già pensava di abbandonare i vaccini) e sempre con la pancia che sorride; dall’altro, sembra che ingozzarsene possa realmente aiutare ad andare di corpo.
Non si hanno dati, immaginiamo per pudore, circa le reali capacità amatorie del vasetto. Sulla scia di questa ondata di interesse per i cibi che curano, però, si è in seguito abbattuta su di noi l’ondata della nutriceutica, vicina e lontana, che ha reso il desco familiare moderno più simile ad un picnic coi Borgia che a quell’allegra, o meno allegra, attività rimpinzatoria che tutti in questo Paese eravamo soliti praticare. I primi a cadere, ovviamente, sono stati i grassi. Non paghi di averne immolati così tanti sul rogo – da Jane Fonda in avanti, abbiamo bruciato certamente più grassi che non streghe durante l’Inquisizione – abbiamo deciso che facevano certamente male, e si è scatenata una crociata senza precedenti.
Non solo perché il grasso faceva ingrassare, ma perché uccideva anche per infarto, secchi, così su due piedi, una fettina di pancetta e ci voleva Stallone per disintasare al volo le arterie. Quindi, via ai cibi light: burro light, ricotta light, mozzarella light, in un tripudio di illuminazione che neanche il concerto di Ligabue. Poi è venuta la volta delle proteine animali. Guai al mondo: chi mangia un animale, sarà mangiato mille volte nell’aldilà, come dicono alcune varianti religiose induiste, mentre le altre allegramente si rimpinzano di vitella, maiale, ghiro e gatto domestico; senza contare il danno ecologico (far crescere un bue richiede acqua che avrebbe potuto far crescere un campo di mais bello grande, e ci saremmo potuti sfamare a popcorn per un bel pezzo) e, dulcis in fundo, il fatto che le proteine della carne rossa causino il cancro.
Anzi, non si sa; certo è che i due dati, mangiare carne rossa e morire di cancro, sono spesso associati. Circa la causa, è nella mente dei giornalisti, ma si sa: chi scrive ha ragione lui. Non parliamo poi dei latticini: che sono bianchi, e probabilmente solo per questa unica ragione è stato deciso che sono letali. Per quale altro motivo, non è scientificamente dato saperlo. Poi è venuta la volta dei carboidrati. Guai al mondo gli zuccheri, la farina doppio zero, il pane, la pasta, la pizza, i biscotti, i cioccolatini, la frutta, le caramelle, la polenta, i grissini, i cracker poi misericordia. Light non basta certamente più.
E qui il Vegan integralista ha avuto un piccolo sussulto, perché si è reso conto che la torta dalla quale aveva già eliminato il burro e le uova cominciava ad avere qualche problema ad esistere nel campo del reale; ma poi si è ingegnato ed ha cominciato a montare a schiuma l’acqua dei fagioli e a plasmare la soia in mille diversi modi, alcuni anche artistici. Certo, che la soia in molti Paesi sia formalmente vietata a varie categorie di individui per la sua scarsa salubrità fa riflettere, ma se togliamo tutto il resto, qualche fagiolo dovremo pur lasciarlo, giusto? Per cui; eliminate le carni rosse, poi le carni tout court, eliminate le uova perché i polli soffrono, tolto il latte perché sì, il formaggio in quanto suo figlio, ogni genere di carboidrato, poi le carni lavorate cancerogene, ci resta la verdura della GdO carica di anticrittogamici, antiparassitari e maturata in freezer a furia di etilene, che quella è certamente una mano santa per il fisico e lo spirito.
Però possiamo sempre buttarci con fiducioso abbandono sul solito yogurt mutante e mutageno e sulla nuova moda del pane nero di carbone vegetale, che mangi sì l’odioso carboidrato, ma pure la carbonella che ti ripristina l’intestino man mano che la metti dentro, quindi i due fattori si annullano a vicenda e sei sano come non mai. Cosa poi non andasse bene nel nostro atavico modo di mangiare carne, pesce, frutta, verdura, zucchero, vino, olio, pane, salame, pastasciutta, minestrone, caffè e ammazzacaffè, visto che a conti fatto eravamo uno dei popoli più longevi del mondo, non è dato sapere.