La “Buona Scuola” in piazza contro la riforma

A migliaia in corteo a Bologna, in Emilia e nel resto del paese. Alta l’adesione allo sciopero, Renzi: “Giusto ascoltare”

Anche l’Emilia ha risposto in massa contro il progetto di riforma della scuola pubblica italiana promosso dal governo Renzi. A cominciare da Bologna, dove almeno in mille hanno aderito alle due manifestazioni che si sono snodate per la città.

Docenti, studenti e personale della scuola in piazza nel giorno dello sciopero nazionale proclamato contro il ddl “Buona scuola”. Mentre le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil erano in trasferta a Milano, due le manifestazioni promosse nel capoluogo della regione: Cobas, Coordinamento precari della scuola e Comitato bolognese in sostegno dell’iniziativa di legge popolare “Una buona scuola per la Repubblica” (Lip buona scuola) hanno dato appuntamento in piazza XX Settembre; da piazza San Francesco, invece, si sono mossi gli Studenti medi autorganizzati, il Coordinamento studenti medi dell’Emilia-Romagna e gli Educatori contro i tagli.

I due cortei si sono comunque ricongiunti in via Indipendenza, con la manifestazione partita da San Francesco (150 persone) che è andata incontro, tra gli applausi, a quella più corposa dei prof (ma anche qui è significativa la presenza di ragazzi): gli organizzatori parlano di duemila persone complessivamente, ma è più realistico dire un migliaio. Al termine, come previsto, microfono aperto finale in piazza Maggiore.

Al momento non si conoscono i dati di adesione allo sciopero nelle scuole nazionali e regionali, ma pare che i numeri siano notevoli. In corteo, tra insegnanti e studenti, in tutta Italia sono scese diverse migliaia di persone, dai 25mila di Roma ai 20mila di Milano.

LA REPLICA DI RENZI
La scuola è una grande occasione, deve creare cittadini, non solo lavoratori ma quando abbiamo dei numeri come quelli che abbiamo con i dati sulla disoccupazione vuol dire che il sistema di formazione va cambiato”, ha detto il premier Matteo Renzi parlando a Bolzano. “Ci sono tante persone che oggi protestano, noi ascoltiamo, perché è giusto ascoltare, parlare”, ma “siamo il primo governo che mette 3 miliardi sulla scuola”, ha aggiunto. “Non vogliamo cancellare l’istruzione classica, ma puntare sull’alternanza scuola-lavoro”.

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