La battaglia dell’acquaMa dove vanno a finire gli utili Iren? Verso il referendum

Iren” come “gallina dalle uova d’oro” e le bollette (ricordiamo tra le più care d’Italia) come “bancomat dei comuni reggiani”. I “grillini” vanno così all’attacco dell’attuale formula di gestione dell’acqua che peraltro il recente referendum nazionale ha bocciato. E, bilanci alla mano, denunciano come la quota d’affitto delle reti che il gestore (ieri Enìa, oggi Iren) versa annualmente ad Agac infrastrutture spa (di cui il comune di Reggio ha la maggioranza assoluta) non venga reinvestita totalmente sulle reti ma anche su altre, alcune discutibili, iniziative.

Ogni anno Agac infrastrutture incassa 6 milioni e 900mila euro. Nel bilancio 2009 sono stati divisi tra i soci 5 milioni di euro ed il comune capoluogo la fa da padrone con un dividendo straordinario, sempre quell’anno, di 2 milioni e 765mila euro. Altri esempi: al comune di Quattro Castella si prevedono, dal 2010 al 2012 115mila euro mentre a quello di Scandiano, nel 2011, 43mila. Insomma l’unica soluzione possibile, visto il reiterato “no” di Graziano Delrio anche a mezzo stampa, resta anche per il gruppo di Grillo la strada del referendum cittadino per scorporare da Iren la gestione dell’acqua.

Una nota del comune reggiano ha poi cercato di precisare i termini della questione ma ha ammesso però che negli ultimi cinque anni la diminuzione dei tassi d’interesse ha portato a un risparmio, seppur marginale, sulle rate dei mutui che coprono gli investimenti nella rete idrica. E che i comuni hanno deciso di “ridistribuirli in attività di utilità pubblica”. Polemiche in vista anche a Cavriago dove mercoledì il consiglio comunale dovrà deliberare il bilancio di previsione 2011 e dove, tra le fonti di finanziamento degli investimenti 2012, ci sarebbe una voce che dice: alienazione di quote Iren per un valore di 450mila euro

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