Firenze – La tredicesima edizione del Florence Korea film Festival è destinata a far parlare a lungo di se’. I motivi sono almeno due, tralasciando per ora i molti altri che renderanno l’ormai attesissimo appuntamento fiorentino col cinema coreano indimenticabile: da un lato, la novità del K-War (Korean War) che per il palato occidentale potrebbe dare quasi l’impressione di un, seppur coraggioso, azzardo, vale a dire la scelta di inserire il “film di guerra”; dall’altro, la presenza fisica a Firenze dell’attore più icona e più amato della Corea intera, Ahn-Sung-Ki, che con i suoi quasi sessant’anni di carriera (debuttò a cinque anni) rappresenta in un certo senso tutta l’evoluzione del cinema coreano degli ultimi decenni.
Ripartendo dal K-War che comprenderà 7 film che corrispondono alle sfaccettature infinite della guerra, fra le ragioni della scelta anche la volontà di ricordare l’anniversario della Grande guerra e i quasi settant’anni della seconda guerra mondiale. Ma soprattutto si tratta di un genere poco frequentato in Europa (affrontato sempre con molto disagio) ma che in Corea è molto popolare: così, il primo film che apre la rassegna è un grandissimo classico che sta nel cuore di tutti i coreani: “Roaring Currents” di Kim Han-min, un kolossal che narra l’epica battaglia svoltasi nel 1597 fra la flotta coreana e quella giapponese; una vera e propria prima europea per un film che ha battuto in poco tempo il primato di “più visto” di tutti i tempi in Corea del Sud.
Un film estremamente interessante e a tratti anche duro, come spiega il critico cinematografico Marco Luceri, che vede un tema tradizionale interpretato e rivisto con un linguaggio estremamente moderno, a tratti quasi “horror” nella descrizione della guerra nel primo tempo del film, mentre nel secondo si assiste a un approfondimento dei caratteri dei protagonisti e del loro gioco e intreccio. Del resto, l’episodio è fondamentale per la stessa identità coreana: nel 1597, al largo di Myeong-Nyang, il contingente coreano con sole 12 navi riuscì a sconfiggere la flotta giapponese sebbene questa potesse contare su ben 330 unità navali. Una vittoria strappata anche per la genialità dei coreani che “inventarono” la “navi-tartaruga” vale a dire coperte, che misero in crisi i militari del Sol Levante. In un certo senso, una sorta di “Battaglia di Salamina” orientale. Film che aprirà il Festival, sarà proiettato il 20 marzo al cinema Odeon, con la presenza del regista.
Ma se il Festival inizia alla grande, il programma dell’intera rassegna non è certo da meno. Quattro sezioni che “organizzano” 34 lungometraggi e 11 cortometraggi, la maggior parte dei quali in anteprima nazionale.
Orizzonti Coreani, che racchiude la cinematografia più vista con titoli campioni d’incassi; Indipendent Korea, che ospita pellicole indipendenti che non trovano spazio nella distribuzione (i film delle due sezioni sono in gara per il premio del pubblico e della critica); Notti Horror, che quest’anno diventa doppio per tutti gli appassionati del genere e la sezione Corto, Corti! che comprende cortometraggi che verranno proiettati all’inizio dei film.
La rassegna, che si terrà dal 20 al 30 marzo nei cinema Odeon e Stensen, non si esaurirà a Firenze, ma il meglio del Festival approderà alla Casa del Cinema di Roma, il 26 e 28 aprile, e a Milano dal 19 al 24 giungo, dove troverà spazio nelle manifestazioni organizzate dalla Corea del sud in occasione di Expo 2015. Inoltre il festival, ideato e diretto da Riccardo Gelli dell’associazione Taegukgi-Toscana Korea Association, inaugura la quarta edizione della Primavera Orientale, la manifestazione dedicata alla filmografia orientale organizzata da Quelli della Compagnia di Fondazione Sistema Toscana.
Torniamo agli ospiti: straordinaria la presenza di Ahn-Sung-Ki a Firenze, per la carriera, la bravura, lo spessore della star coreana, simbolo di un paese e della sua arte cinematografica. Interprete di 100 film, ha accompagnato la nascita della Nouvelle Vague coreana. Dotato di una molteplicità di canali interpretativi, la stessa rassegna di quest’anno ne rende note le infinite possibilità espressive, che passano, come spiega Luceri, da capacità che raggiungono l’arte mimica nell’esasperazione della recitazione fino al controllo più totale dell’arte espressiva che giunge a farci percepire intimamente le grandi passioni, gli sconvolgimenti di un’anima che non traspare all’esterno se non da piccoli, magistrali tocchi.
Alla sua prima nazionale, la regista July Jung presenterà il suo A Girl at my Door (Cannes 2014); il regista Shim Sung Bo sarà presente alla proiezione del suo film di chiusura, Haemoo, anch’esso in anteprima nazionale.
Ancora un arricchimento alla rassegna del Festival giungerà dalla mostra New Media Art, allestita alle Murate nella piazza omonima. L’esposizione conterrà una selezione degli artisti coreani attivi sul panorama internazionale: inaugurazione il 21 marzo, rimarrà aperta fino al 9 maggio.
Ricordiamo che il Festival si avvale del contributo della Regione Toscana, del Ministero della Cultura e turismo della Repubblica di Corea e della collaborazione di Kofic (Korea film Council); Kofa (Korea film Archive); Comune di Firenze. Il festival riceve il supporto dell’Ambasciata della Repubblica di Corea in Italia. Tra i main sponsor anche il Florian Caffè di Firenze.