AREZZO – Dal 9 al 24 settembre 2023 il Museo della Fraternita dei Laici di Piazza Grande, ad Arezzo, ospita “Keilahn aio, ovvero l’altro lato di ieri”, mostra personale di fotografia di Anna Giuntini a cura di Elisa Testi.
Sabato 9 settembre, alle ore 16, l’inaugurazione ufficiale alla presenza dell’artista. L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni, dalle ore 10,30 alle ore 18, all’interno del percorso museale.
LA MOSTRA
“Keilahn aio, ovvero l’altro lato di ieri” è un progetto di Anna Giuntini sulla memoria. Le fotografie scattate dall’artista nel suo viaggio in Namibia sono lavorate e maneggiate a distanza di tempo. Nel deposito dell’anima le cose sono lasciate e assimilate lentamente. Ricordi sedimentati riportano a galla “l’altro lato di ieri”.
Anna Giuntini ritrova in quelle foto il ricordo di un viaggio ma nel frattempo queste memorie sono filtrate da ciò che ella è adesso. Temporalità espanse che creano un cortocircuito tra passato e presente mostrando la nuova visione del “keilahn aio”. Il tempo fa dimenticare alcune cose e fa focalizzare su altre che non sono rappresentate. Questi pezzi di vissuto sono ciò che è stato lasciato fuori. “Quando scegli cosa fotografare scegli inevitabilmente cosa lasciare fuori”, afferma l’artista.
Ma allora perché ciò che doveva essere scordato riaffiora potente nella mente? L’attenzione al “dimenticato” si traduce in un recupero attraverso l’elaborazione digitale. Ciò che è stato perso come documento visivo viene ripresentato sotto forma di atmosfere. Comunicazione emotiva ed evocativa che in postproduzione, come in una retrospezione personale, intrecciano esperienze vissute. Così le letture di John Berger, i profumi del mondo, la musica o la vista di un raggio di sole che si infila tra le tapparelle di casa diventano vibrazioni di ricordi apparentemente insignificanti che sussurrano, non solo all’artista ma a tutti noi, cosa siamo stati, rievocando momenti della nostra storia personale.
“Keilahn aio, ovvero l’altro lato di ieri, è un tempo geometrico per dire ciò che è stato – chiosa la curatrice della mostra Elisa Testi. – Da subito mi sono appassionata al viaggio mentale di Anna Giuntini e, attraverso le sue memorie, ho potuto recuperare le mie e nell’altro lato di ieri ho ritrovato me bambina”.
BIOGRAFIA
Anna Giuntini (a sinistra nella foto di Alessia Leporati) nasce nel 1980 a Salutio di Castel Focognano (AR). Ama definirsi visual artist, mamma orgogliosa, musica dipendente e collezionista di ricordi. Da piccola voleva fare la pittrice, e ha sempre coltivato un proprio modo di vedere le cose e l’interesse nella ricerca sui mezzi espressivi. Ha studiato prima Arte della moda e del costume teatrale all’Istituto d’Arte di Arezzo, quindi Illustrazione all’Istituto Europeo di Design di Milano. Da qui è approdata nel mondo della postproduzione fotografica e ha avuto la fortuna di vivere la transizione tra fotografia analogica e digitale collaborando col fotografo Giovanni Gastel.
La sua produzione artistica assomma tutte queste esperienze in un mix di analogico e digitale, con l’intento di rendere unico, mediante un intervento artigianale, ciò che è nato replicabile in serie. Il linguaggio espressivo di Anna è fondamentalmente figurativo, ma con una nota preponderante a carattere evocativo e suggestivo dato dai diversi materiali utilizzati.
La fotografia, il collage, la carta e gli inchiostri sono i mezzi più ricorrenti del suo indagare ricordi, luoghi, tempi ed emozioni. L’oro, poi, ha da sempre una presenza rilevante nei suoi lavori. Con incursioni nel mondo del “libro d’artista”, Anna realizza costantemente piccole serie di autoproduzioni editoriali, affiancate a tirature,