Dopo due lunghi anni minati da gravi infortuni (dal 2008 al 2010), Karin Knapp classe 1987, sembra finalmente essere uscita da un brutto periodo,durante il quale ha dovuto affrontare due interventi al cuore e due operazioni al ginocchio proprio quando era all’apice della forma,in quanto nel febbraio del 2008 aveva raggiunto la 35esima posizione mondiale della classifica WTA, suo best ranking.
Karin, quando e come è cominciato questo sfortunato periodo?
Tutto cominciò quattro anni fa a maggio proprio a Roma durante il Foro Italico. In quanto,in vista delle Olimpiadi di Pechino,mi recai all’Acqua Acetosa per fare le visite mediche. Proprio qui mi riscontrarono un’anomalia al cuore, ma grazie a due piccoli interventi, chiamati ablazioni, il problema fu risolto ma purtroppo le Olimpiadi rimasero un sogno e fui costretta a saltare l’evento. Quindi dopo qualche mese ripresi a fare dei tornei ma ad aprile 2009 iniziò il calvario con i dolori al ginocchio, inizialmente non si capiva bene quale fosse il tipo d’infortunio. Si pensava dovessi solo rinforzare il muscolo e modificare la preparazione atletica, ma il dolore persisteva e durò tutta l’estate. Fui così costretta ad operarmi una prima volta al menisco ma senza risultato, dopo una risonanza più mirata si scoprì che avevo un pezzo di osso della rotula staccato e quindi fu necessaria un’altra operazione più delicata, di conseguenza un periodo più lungo di convalescenza. Solo 7 mesi dopo ricominciai a tornare sui campi alla ricerca di un metodo di allenamento idoneo che mi permettesse di riuscire a giocare tutti i giorni. Finalmente l’anno scorso, anche se lentamente, cominciarono i miglioramenti e quindi anche il morale era più sollevato, perché in alcuni momenti pensavo di non farcela e che forse non avrei più potuto giocare a tennis.
Quegli anni non furono difficili solo a livello fisico ma anche dal punto di vista mentale, perché nel frattempo ci furono cambiamenti di allenatori. Come hai affrontato tutto questo?
Il mio allenatore storico è stato Marco Boesso con il quale sono cresciuta da quando ero piccola. Per una serie di fattori abbiamo poi deciso di interrompere il nostro rapporto lavorativo alla fine del 2008, poi agli inizi del 2009 mi aveva seguito per un certo periodo un altro allenatore, ma dovendo combattere con i problemi che avevo al ginocchio abbiamo preferito che forse era opportuno che mi curassi bene e di comune accordo decidemmo di prendere strade differenti. Fortunatamente in quel periodo mi è sempre stato vicino Francesco Piccari (fidanzato ed ex tennista nda) che ho conosciuto proprio quando sono iniziati i miei problemi fisici e durante la fase di riabilitazione l’ho seguito ad Anzio dove lui vive. Proprio qui ho cominciato a lavorare con suo fratello Alessandro, che nel frattempo aveva smesso di fare il professionista e aveva deciso di aiutarmi. All’inizio ovviamente si entrava ed usciva dalle cliniche e si combatteva con i fisioterapisti, ma con tanta pazienza abbiamo messo un mattoncino alla volta e non ci siamo mai persi d’animo.
Quando sei rientrata hai dovuto ricominciare da zero e la tua classifica era ormai quasi inesistente, cosa hai provato ritrovandoti una tra le tante?
Sì purtroppo ho fatto l’errore di non fermare la classifica nemmeno una volta,visto che si può richiedere dopo 6 mesi dall’ultima partita giocata, ma pensavo che il problema al ginocchio si risolvesse più velocemente e quindi ho dovuto rimboccarmi le maniche e cominciare tutto da capo ricominciando dai tornei più bassi. Quei momenti sono stati davvero difficili perché sono passata da lottare contro grandi giocatrici come Henin o Sharapova in tornei del Grand Slam a giocare con tenniste pronte a tutto per emergere in tornei da 10.000 dollari spesso senza nemmeno riuscire a vincere… C’è voluta davvero tanta forza di volentà!”
Chi ti è stato più vicino in quei momenti e chi vuoi ringraziare oggi?
Senza dubbio Francesco ed Alessandro, hanno sempre cercato di farmi capire che dovevo accettare la mia situazione e che anche se ormai il ranking non era più quello di prima dovevo con umiltà lottare e non mollare con chiunque avessi davanti.
Adesso sei allenata anche da Francesco,come vivi il rapporto coach/fidanzato?
Devo dire piuttosto bene grazie anche alla presenza di Alessandro, perché lui e Francesco cercano di alternarsi e dividersi le settimane quando mi accompagnano per i tornei e cosí abbiamo trovato il giusto equilibrio
La scelta di esserti trasferita lontano da casa è stata difficile? Come hanno reagito i tuoi genitori?
Certo all’inizio dovevo abituarmi alla città e alla mentalità, che come tu ben sai dall’Alto Adige ad Anzio (in provincia di Roma) c’è parecchia differenza, ma devo dire che adesso mi trovo molto bene e poi per il tennis ci sono condizioni più favorevoli. I miei genitori all’inizio non l’avevano presa molto bene perché ovviamente durante l’infortunio pensavano che fossi venuta ad Anzio per stare con il mio fidanzato e invece piano piano hanno capito che stavo facendo le cose giuste per ricominciare a giocare e che io avevo fiducia in Alessandro e Francesco. Certo casa mi manca ma so che i miei mi sono vicini anche se non ci vediamo spesso e appena possono mi raggiungono.
Prima degli Internazionali BNL d’ Italia eri fuori dalle top 100 ma adesso dopo la vittoria contro Roberta Vinci finirai 94. Cosa significa per te?
Dopo la semifinale al torneo WTA di Estoril mi sono sempre piú resa conto che avevo finalmente riacquistato un buon livello di gioco e sono arrivata a Roma con maggior fiducia. Grazie alla Wild Card datami dalla federazione italiana, ho potuto riassaporare l’emozione di giocare un torneo così importante come quello del Foro Italico. Certo giocare subito un derby non è mai cosí semplice ma sapevo di poter dar fastidio a Roberta come tipo di gioco e poi quest’anno Roma aveva un’atmosfera unica e l’aver vinto davanti a tutta quella gente, soprattutto sapendo che c’erano un sacco di persone venute apposta a vedermi, mi ha dato un’immensa gioia. Anche se il turno dopo ho poi perso contro la Cibulkova ero comunque soddisfatta per la mia prestazione e l’essere rientrata nelle 100 mi ha dato tanta serenità con la conferma che stiamo lavorando bene.
Quali sono i prossimi obiettivi?
All’inizio dell’anno speravamo di raggiungere una classifica tale da poter entrare in tabellone agli Australian Open del prossimo anno, ma invece abbiamo bruciato le tappe e questo può solo che dare fiducia. Per ora non ho altri obiettivi, l’importante è mantenere questo livello di gioco per potermi continuamente confrontare con giocatrici di un certo calibro.
Riesci ad avere del tempo libero? E come lo passi?
Con la presenza di Tequila ( il mio cane) è tutto più semplice,appena torno dai viaggi cerco di dedicarmi il più possibile a lei perchè purtroppo, essendo un Golden Retriever,è troppo grande per portarmela in giro ( sorride). Poi appena possiamo usciamo con gli amici,si va a cena fuori o al cinema e poi inizio ad imparare a cucinare (sorride).
In bocca al lupo per tutto
Grazie, crepi il lupo.