Pisa – Dopo giorni di tensioni parte il countdown per l’ingresso di Joe Biden alla Casa Bianca. Tra poche ore il neo presidente si insedia ufficialmente a Washington, iniziando i quattro anni di mandato. Evento atteso in modo liberatorio dalla maggioranza degli elettori statunitensi. Mentre un’altra larga fetta della popolazione, anche dopo l’assalto di Capitol Hill, continua ad invocare il proprio idolo e la sua dottrina populista.
Cala il sipario per Trump, con un probabile colpo di coda, l’impeachment per aver istigato l’attacco al Congresso. Che però per aver effetto avrà bisogno dell’approvazione dei due terzi del Senato. La fotografia degli Stati Uniti è di una nazione spaccata geograficamente e politicamente. Culturalmente ed economicamente. I repubblicani con Trump sono diventati il partito di riferimento della provincia, degli evangelici, degli operai e dei bianchi, maschi: pistola nella fondina, nazionalisti e sfrontatamente razzisti.
La base dei democratici è invece diametralmente opposta. Vive nelle grandi città, ha un livello medio alto d’istruzione, ha interesse per le tematiche ambientali e per i diritti civili. In passato tuttavia si sono dimostrati elettori incostanti, che spesso hanno preferito astenersi dal mettere la scheda nell’urna. Lo scorso 3 Novembre non è stato così, decidendo di partecipare al voto, hanno fatto pendere da un lato la bilancia, determinando l’esito finale della corsa presidenziale.
Tra le tante ragioni che hanno smosso milioni di persone convincendoli ad appoggiare Joe Biden spiccano sicuramente la critica alla gestione della pandemia e ovviamente una forte avversione a Trump. Personaggio politicamente scorretto, che a suo modo, e maniera, ha contribuito a rendere maggiormente instabile gli USA. Portando a galla le contraddizioni interne, polarizzando la società, divisa tra chi lo crede un salvatore della patria e chi una iattura universale.
Due blocchi monolitici, due pseudo religioni in guerra, ciascuno con i propri canali di informazione e mezzi di propaganda: l’impero della Fox News per la destra, la corazzata della CNN per i progressisti. Serbatoi martellanti ed asfissianti di notizie, talvolta sapientemente edulcorate, altre vistosamente inventate. Ma che ben dipingono la cruda realtà del livello di scontro politico in atto. In questo contesto esplosivo il compito di Biden sarà di dare una nuova identità ad un popolo.
Se non dovesse presentarsi come pacificatore delle differenti comunità rischia di cadere nell’ultima trappola lasciata dal trumpismo: l’odio. Per farlo dovrà riportare fiducia nelle aree rurali, in quelle affette dalla crisi industriale. Riabilitare il nome delle istituzioni, oggetto di lunghe campagne di discredito del suo predecessore. E allo stesso tempo dovrà impegnarsi a “convertire” i negazionisti al Covid, spronando alla vaccinazione e all’uso di semplici regole sanitarie, a partire dalla mascherina. Oggi, 20 Gennaio 2021, non è solo dentro uno e fuori l’altro, è la data simbolica di una nuova epoca a stelle e strisce.
Alfredo De Girolamo Enrico Catassi