Reggio risponde presente. Non si è certo fatta attendere, la provincia del segretario nazionale della Fiom, nell’accogliere l’appello della Cgil di dare il via alla protesta contro il Jobs Act, dopo la votazione parlamentare della scorsa notte in cui il governo ha incassato la fiducia sul disegno di legge di riforma del lavoro che prevede – tra le altre cose – la modifica dell’Articolo 18.
Nella mattinata di oggi, a Rubiera, 400 lavoratori – aderendo a uno sciopero di due ore – hanno sfilato in corteo lungo la Via Emilia, bloccando di fatto parzialmente il traffico per poi raggiungere il centro del paese dove si è tenuto un comizio. Presenti i dipendenti degli stabilimenti Majorca, Arag, Serenissima, Frigorbox e AssoGroup, Terim, IP Cleaning, Caprari, Ruggerini, Omar e Udor. Non solo. Per la prima volta si sono visti scendere in piazza i facchini di Coopservice a fianco dei lavoratori del committente, la Tetrapak. Allo stesso modo, i facchini soci lavoratori della Plurima Emilia si sono uniti al presidio dei lavoratori della Procter & Gamble di Gattatico.
Già nella giornata di ieri si erano avute le prime agitazioni spontanee, a testimonianza di una risposta naturale, del territorio, nei confronti di una riforma che la Cgil continua a definire negativa e che il reggiano Maurizio Landini (segretario nazionale della Fiom, nella foto) ha giudicato peggiorativa della condizione dei lavoratori, annunciando “l’occupazione delle fabbriche” e un “autunno caldo“.
In attesa di sapere “quanto” caldo, a soffiare sul fuoco saranno anche, da domani, i ragazzi delle scuole. Manifestazioni studentesche sono in programma in tutta Italia, con l’Emilia Romagna in prima fila. Un viatico che sembra destinato a gonfiarsi come una valanga in vista della manifestazione nazionale che la Cgil ha indetto per sabato (quindi neanche un vero sciopero) 25 ottobre e alla quale hanno già aderito 600 lavoratori reggiani. Così, a caldo…