Riceviamo e pubblichiamo da Stefano Cecchi, Usb Firenze:
“La Consulta smonta un altro pezzo del jobs act. Questa sentenza di oggi (ieri, ndr) che comunque andrà letta per intero, da un punto di vista politico/sindacale dà un ulteriore schiaffo e forse rappresenta la vera e propria pietra tombale della peggiore legge fatta nell’Italia repubblicana in materia di lavoro. Infatti la norma contenuta nell’art.3 comma 1 del D.Lgs 23/2015 (jobs act) per la Corte Costituzionale contrasta con i principi di ragionevolezza e uguaglianza e anche con il diritto e la tutela del lavoro. Questa sentenza cancella anche l’intera filosofia di fondo su cui si basava la controriforma sul lavoro varata dal Governo Renzi. Non è sicuramente la riconquista del “diritto” infatti non tratta del reintegro nel posto di lavoro, ma permetteteci a noi che ci siamo battuti con ogni mezzo, mentre altri supinamente sottostavano alle scelte governative, di affermare con forza che avevamo ragione e che il governo a guida PD stava costruendo un mostro per rendere tutti i lavoratori sempre più precari e senza diritti”.
Stefano Cecchi – USB Firenze