Si approfondisce il dibattito sul Jobs Act presentato da Renzi, al centro ieri, insieme alla legge elettorale, della direzione Pd tenutasi a Roma nel pomeriggio, nella quale il segretario Pd ha tirato le orecchie al Governo Letta, per non aver raccolto risultati in nove mesi, e, per una altro verso, a quella minoranza del suo patrtito che non vede come buona strategia politica l'incontro Renzi-Berlusconi, annunciato per sabato o lunedì. Riunione approdata, non a caso in serata, in un lungo faccia a faccia di Renzi con Letta il quale pur stando cauto e in guardia, non ha mancato di elogiare la determinazione a fare del sindaco di Firenze. E dalla Toscana, in uno scenario in cui non mancano perplessità ed anche forti preoccupazioni nel mondo dei lavoratori sul Jobs Act, è partito ieri un intervento di valutazione e proposte sul documento renziano per creare lavoro, da Gianfranco Simoncini, assessore da due legislature alle Attività produttive-Lavoro e formazione della Regione Toscana, ma anche coordinatore nazionale degli assessori al lavoro per la Conferenza delle Regioni, che approdondisce alcuni punti del Jobs Act ed esprimere preoccupazione per quanto riguarda la riduzione degli ammortizzatori sociali, schierandosi per il mantenimento della cassa integrazione in deroga. I principali temi attorno a cui ruota il contributo di Gianfranco Simoncini sono poi il nuovo assegno universale (assegno di disoccupazione) valido per tutti e senza abolizione della cassa integrazione, il contratto di lavoro a tempo indeterminato, a tutele crescenti, affiancato da forme diverse, come l'apprendistato per gli sprovvisti di competenze che "devono imparare il mestiere", l'agenzia nazionale per il lavoro con agenzie regionali che coordinino i Centri per l'impiego, un Centro di formazione regionale tematico, composto da soggetti della formazione, imprese e poli di innovazione. Il Jobs Act renziano parla di un'Agenzia unica federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.
Simoncini ha ricordato che è ''giusto mettere il lavoro al centro dell'attività del governo nazionale, senza dimenticare che non può esserci lavoro senza sviluppo e come si debba, pertanto, continuare ad agire in parallelo sui due fronti: misure per favorire l'occupazione e interventi per aiutare la crescita, riferendosi anche ad interventi per sostenere le imprese nello sviluppo e nella competizione, "anche grazie al fondamentale ruolo – ha infatti precisato Simoncini – della nuova stagione dei fondi europei 2014-2020". E' proprio il rischio di un eccessivo sostegno alle imprese senza una adeguata controparte per i diritti e la retribuzione dei lavoratori, la critica rivolta dall'Unione sindacale di base (Usb) che ha manifestato ieri tanto a Roma, quanto a Firenze, in concomitanza della direzaione Pd su legge elettorale e jobs act. (16 gennaio Jobs Act, manifestazione del sindacato di base).
''Non si dimentichi – dice Simoncini – la drammaticità della vicenda degli ammortizzatori in deroga. L'abolizione proposta dal Governo va in direzione contraria al piano del Pd, riduce le tutele a giovani e precari e lascia decine di migliaia di lavoratori, in cassa integrazione da metà 2013, senza certezze di ricevere l'indennità''. Simoncini si dice ''preoccupato anche per la riduzione dei finanziamenti per i contratti di solidarietà con la legge di stabilità, decisione che disincentiva rispetto all'utilizzo di uno strumento che si e' dimostrato efficace nel fronteggiare le crisi aziendali perchà mantiene tutti i dipendenti al lavoro, evita i licenziamenti ed è meno oneroso della cassa integrazione. La Regione Toscana ha già confermato l'integrazione anche per il 2014, ma il ripristino dello stanziamento nazionale è di grande importanza''.
Simoncini approva l'assegno universale del Jobs Act: ''Si va nella giusta direzione – spiega Simoncini – con un assegno universale, che deve essere pensato per coloro che sono fuori dal mercato del lavoro, costruendo un sistema di garanzie che valga per tutti, superando la situazione attuale che vede lavoratori tutelati ed altri no''. L'assegno di disoccupazione, sostiene Simoncini, ''non dovrebbe però avere come conseguenza l'abolizione della cassa integrazione. Questa deve rimanere per le imprese che hanno necessità di riduzione temporanea e per periodi limitati di tempo della manodopera e deve essere a carico delle imprese e dei lavoratori, come accade oggi per la Cig e la Cigs, e deve prevedere l'estensione della tutela a tutte le tipologie di azienda, al di là del numero di dipendenti: togliere questo strumento rischierebbe di deresponsabilizzare le aziende e di lasciare migliaia di lavoratori fuori dagli organici delle imprese''.
Contratto unico e apprendistato – Simoncini è d'accordo con un contratto di inserimento unico, a tempo indeterminato, a tutele crescenti. ''Non potrà perè essere l'unico contratto esistente: per coloro che si avvicinano al mondo del lavoro per la prima volta e devono acquisire le competenze di base per i quali deve essere mantenuto il contratto di apprendistato, fondamentale per l'ingresso nel mercato del lavoro dei giovani che hanno bisogno di un forte contenuto formativo per imparare il mestiere''.
Le Regioni hanno presentato al Governo proposte concrete di miglioramento della disciplina esistente che ''non facciano pagare all'impresa le parti formative generali e un documento contenente linee guida sull'apprendistato professionalizzante, con l'obiettivo di uniformare al massimo la disciplina regionale. Elemento ulteriore ma fondamentale per l'operatività dell'apprendistato è dato dall'esistenza di un'offerta formativa pubblica che sia garantita a tutti gli apprendisti, in modo che il costo della formazione non costituisca un gravame per le imprese''.
Le altre valutazioni e proposte di Simoncini
La riforma della formazione – Rifondare il sistema, valorizzando l'intreccio scuola-lavoro anche attraverso gli stage e i tirocini, superando anche la dicotomia fra istituti professionali di stato e formazione professionale regionale. La Toscana ha già avviato un percorso per una nuova legge, che Simoncini propone come contributo al dibattito nazionale. ''Caposaldo della riforma è l'introduzione di un Centro di formazione regionale tematico, composto da soggetti della formazione, imprese e poli di innovazione, la cui mission fondamentale sara' quella di fornire all'utenza un'offerta rispondente ai bisogni formativi di specifiche filiere produttive, ritenute strategiche per l'economia regionale''.
Agenzia federale per l'impiego: "La riforma dei servizi per l'impiego è urgente" dice Simoncini. La proposta già avanzata come Regione Toscana si basa su un'Agenzia nazionale e agenzie regionali. Ha molte affinità con i titoli del Jobs act. Un'agenzia nazionale – spiega Simoncini – che sia sede per la definizione dei lep, il monitoraggio dei risultati e del funzionamento del sistema, il supporto alla situazioni di difficoltà riassumendo in se anche le funzioni di Italia Lavoro, di coordinamento e promozione di progetti ed interventi di livello nazionale. Agenzie regionali, di diretta emanazione dell'ente regione, responsabili della gestione dei servizi e capaci di articolare i servizi territoriali, di armonizzare le politiche attive compresa la formazione, alle quali sulla base di una convenzione quadro a livello nazionale potrebbero essere assegnate anche competenze su politiche passive. ''Si potrebbe pensare anche – suggerisce Simoncini – ad un coinvolgimento delle parti sociali in comitati di indirizzo per le politiche delle agenzie, ed a forme stabili di collaborazione con gli enti bilaterali ed i fondi interprofessionali''.
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