Firenze – Si chiama Jellyfish Barge, al serra del futuro, ed è valsa alla Toscana il secondo posto fra i 5 finalisti a livello mondiale del premio delle Nazioni Unite “UNECE Ideas for Change Award”.
La decisione è stata presa nella tarda serata di ieri al Palais des Nations di Ginevra dai delegati di 56 Paesi membri e da una giuria di esperti. La notizia è stata accolta con molta soddisfazione in Regione Toscana, che ha cofinanziato l’iniziativa insieme all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, e che porterà la Jellifish Barge fra i progetti innovativi in tema di cibo all’Expo di Milano.
Ad attendere il verdetto ieri a Ginevra c’era il professor Stefano Mancuso dell’Università di Firenze (Pnat Srl – Dispaa) il team che ha realizzato la serra, che ha espresso la sua soddisfazione. “Il secondo posto in un contesto mondiale – ha dichiarato – è comunque un ottimo risultato, ma la nostra soddisfazione è ancora più grande perchè il nostro progetto ha riscosso l’apprezzamento della giuria, tanto che è stato accordato alla Toscana il “coaching trajectory”, supportato dalle Nazioni Unite, presso un celebre incubatore chiamato I3P (Innovative Enterprise Incubator), che si trova presso il Politecnico di Torino, e che è attribuito al vincitore e alla migliore proposta. Il fatto che lo abbiano offerto a noi è davvero importante.”
Jellyfish Barge è stata progettata per Expo 2015 e farà mostra di sé a Firenze dal 1 maggio e fino a settembre, sarà ancorata in Arno all’altezza del Ponte San Niccolò. E’ un manufatto d’avanguardia realizzato su progetto di Pnat Srl – Dispaa dell’Università di Firenze totalmente coerente con il tema dell’Expo, “Nutrire il pianeta, energia per la Vita”.
Jellyfish Barge è un sistema in grado di produrre alimenti senza il consumo del suolo, di acqua dolce e di energia chimica. E’ composta di un basamento in legno di circa 70 metri quadrati, che galleggia su fusti di plastica riciclati. Al di sopra viene montata una serra in vetro per le coltivazioni. All’interno – come spiega la scheda tecnica – un sistema di coltivazione idroponica garantisce un risparmio del 70% di acqua rispetto alle colture tradizionali, grazie al riuso dell’acqua. Grazie all’energia solare la serra è anche in grado di produrre acqua pulita (fino a 150 litri al giorno) da acqua salata, salmastra o inquinata. L’energia che fa funzionare Jellyfish è fornita da pannelli fotovoltaici, mini turbine eoliche e un sistema che sfrutta il moto ondoso per produrre elettricità. Il vincitore del premio è stato un altro progetto italiano, proposto da un’azienda siciliana con il Politecnico di MIlano, che mira a produrre fibre tessili dalle arance. Gli altri progetti provenivano da Spagna, Israele, Armenia e Moldovia