Jellyfish Barge, la serra galleggiante toscana, interessa la Cina

Pisa – Hanno visto due modellini della serra galleggiante nata in Toscana, visitando l’Expo, e sono voluti venire per vederla da vicino. Così, oggi, una delegazione dei più importanti media cinesi e delle istituzioni di Pechino ha visitato la darsena pisana per vedere da vicino il progetto “Jellyfish Barge”, la serra galleggiante che grazie all’energia solare trasforma l’acqua salata in acqua dolce. 

Del resto, il modulo galleggiante nel canale dei Navicelli a Pisa è straordinario non solo per la tecnologia impiegata, ma anche per il ruolo che potrebbe avere nel controllo della fame nel mondo. Completamente autonomo per le coltivazioni fuori suolo, in grado di dissalare l’acqua marina e di purificare l’acqua inquinata attraverso un processo di evaporazione/condensazione interamente alimentato dall’energia solare, si tratta infatti di una specie di orto, come ha spiegato l’ideatore, Stefano Mancuso, “capace di produrre, ad esempio, 1300 cespi di insalata al mese e pensato per combattere la fame dove c’è scarsità di acqua salata: ogni modulo è ottagonale, così se ne possono mettere tanti uno a fianco all’altro”.

Quanto alle spese che si dovrebbero sostenere per costruirlo, “il prototipo è costato 50 mila euro, se entrasse in produzione ogni modulo potrebbe costare solo 10 mila euro – continua Mancuso – Nei posti per cui è stato pensato, i Paesi tra i tropici e l’equatore, può rimanere attivo 365 giorni l’anno”.

Ad accogliere la delegazione cinese c’erano l’assessore regionale all’agricoltura, Gianni Salvadori, l’amministratore unico della società di gestione del canale dei Navicelli, Giandomenico Caridi e il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi. Filippeschi ha anche voluto sottolineare “l’importanza della collaborazione tra città e centri di eccellenza: oggi ci sono possibilità sconfinate di innovazione che solo minimamente mettiamo a frutto”.

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