Rottura con il passato, sperimentazione artistica e furia creatrice, sono in scena in Palazzo Vecchio. Firenze si apre all’arte americana del XX secolo con una mostra dedicata a Jackson Pollock (1912-1956) – il maggior rappresentante dell’action painting – per l’occasione idealmente accostato a Michelangelo Buonarroti di cui fu grande ammiratore e a cui si ispirò per una sua riflessione sulla pittura del Rinascimento.
In occasione della mostra La figura della furia verranno presentate per la prima volta in Italia sei pagine di disegni contenuti nei Taccuini I e II (Sketchbooks I e II) – conservati al Metropolitan Museum di New York – ispirati ad alcune scene della Cappella Sistina.
Opere fondamentali, che documentano non solo che Pollock andò oltre l’esercizio della copia accademica di capolavori dell’arte rinascimentale, ma anche le basi delle sue successive composizioni astratte, dominate dalla ricerca di un linguaggio che lo portò oltre la tradizione figurativa europea che rimase tuttavia imprescindibile anche dopo che la ebbe deliberatamente abbandonata.
Fil rouge dell’esposizione, la “Furia della figura creata da Michelangelo che si traspone in Pollock nell'atto di creare un nuovo tessuto di segni – come si legge in un comunicato rilasciato dagli organizzatori della mostra – che, se disgrega il mondo figurativo tradizionale, assegna una nuova immagine a quella intima potenza e a quella furia nella pittura".
Sedici le opere in mostra: oltre ai sei disegni già citati, alcune opere giovanili degli anni Trenta, Panel with Four designs (1934 -1938, The Pollock Krasner Foundation, New York – per gentile concessione della Washburn Gallery, New York) e Square composition with horse (1937 – 1938, Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma), dipinti degli anni Quaranta The water Bull (1946, Stedelijk Museum, Amsterdam) e Earth Worms (1946, Museum of Art di Tel Aviv) ed una serie di opere grafiche prestate dalla Pollock Krasner Foundation. Infine, il dipinto Composition with Black Pouring di collezione Olnick-Spanu che Jackson Pollock teneva nel proprio studio. L’opera, passò poi a Hans Namut, il fotografo che con i suoi reportage del 1949 fece conoscere a tutti il modo di lavorare di Pollock.
La mostra, promossa dal Comune di Firenze con il patrocinio del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo e la collaborazione dell'Opificio delle pietre dure, prosegue con una seconda sezione nella Sala della musica del complesso di San Firenze in cui tra spazi interattivi e apparati multimediali e didattici verranno proiettati filmati sulla vita dell'artista americano.
Jackson Pollock
La figura della furia
16 Aprile – 27 Luglio 2014
Palazzo Vecchio (Sala dei Gigli e Sala della Cancelleria), Piazza della Signoria 1, Firenze
Complesso di San Firenze (Sala della musica), Piazza San Firenze, Firenze
PollockFirenze.it
ORARIO
Palazzo Vecchio
9 – 24 ad eccezione del giovedì 9 – 14; la biglietteria chiude un’ora prima del museo
Complesso di San Firenze
tutti i giorni 10 – 20 escluso il giovedì 10-14; la vendita dei biglietti sarà sospesa un’ora prima della chiusura della mostra
Giovanna Focardi Nicita