Italia Nostra: “Viale Redi, come si distrugge un corridoio ecologico buttando soldi pubblici”

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Riceviamo e pubblichiamo da Italia Nostra:

“In viale Redi si sta allestendo il cantiere per la realizzazione del secondo lotto del progetto di “riqualificazione”.

PERCHÉ IL SINDACO E LA GIUNTA CONTINUANO CAPARBIAMENTE A NON RIMEDIARE ALLE GRAVI CARENZE DI UN
PROGETTO CHE IMPIEGA CONSISTENTI RISORSE FINANZIARIE PUBBLICHE (2 MILIONI E 30 MILA EURO) PER DISTRUGGERE
UN’AIUOLA SPARTITRAFFICO, PARTE DI UN IMPORTANTE CORRIDOIO ECOLOGICO, PER AMPLIFICARE GLI EFFETTI DI ISOLA
DI CALORE PROPRIO ALL’ARRIVO DELLA STAGIONE ESTIVA CON CONSEGUENZE DURATURE, PER MOLTI ANNI,
AGGRAVANDO ULTERIORMENTE LE CONDIZIONI DI INQUINAMENTO ATMOSFERICO LUNGO UN’ARTERIA VIARIA DAI FORTI
CARICHI URBANISTICI, NONCHÉ LE CONSEGUENZE NEGATIVE SULLA BIODIVERSITÀ E SULLE CONDIZIONI DI VITA E DI
SALUTE DEGLI ABITANTI?

Prima di rispondere a questo interrogativo è necessaria una premessa.

Da quasi un anno, cioè da quando il 22 giugno 2022 il Comune Firenze informò, per la prima volta, con un comunicato stampa l’avvio della fase
esecutiva del progetto di “riqualificazione” di viale Redi – deliberato in Giunta nel dicembre 2021 – e dal 19 luglio 2022, data in cui è stata tenuto
l’unico incontro pubblico indetto dall’Amministrazione comunale , Italia Nostra ha mostrato documentate osservazioni sulle carenze del progetto:
attraverso numerosi video e documenti pubblicati sul suo sito Blog e sul canale YouTube, ma soprattutto con ben 5 lettere ufficialmente consegnate
al Sindaco e per conoscenza agli Assessorati competenti, e al Consiglio Comunale. Tre lettere sono state inoltrate nel 2022 prima dell’apertura del
cantiere ,rispettivamente nelle seguenti date: 22 luglio, 1 agosto e 24 agosto del 2022; una quarta, il 5 maggio 2023, dopo che, col presidio dei
cittadini, si era evitato l’abbattimento di altri 17 pini; abbattimento propedeutico al secondo lotto di rifacimento dell’aiuola spartitraffico esistente;
infine, una quinta lettera, in data 12 giugno 2023, cioè subito dopo il blitz notturno del 4 giugno us col quale si sono abbattuti i 17 pini salvati dal
presidio di un mese prima. In questa ultima lettera si chiedeva, di nuovo e con urgenza, un incontro con il Sindaco con queste motivazioni: “Siamo di
nuovo a chiederLe di concederci un incontro in tempi rapidi per discutere con Lei le soluzioni alternative possibili da noi individuate per risolvere i
problemi indicati nel progetto, con soluzioni e modalità operative diverse da quelle lì previste.” Dopo due settimane nelle quali nessuna risposta, che
anche solo per motivi di rispetto formale delle regole di civismo sarebbe dovuta, è pervenuta dal Sindaco la risposta, indiretta, coll’avvio della
cantierizzazione del secondo lotto dei lavori (il tratto del Viale fra Ponte all’Asse e via Bellini) che, oltre ai 17 pini, in piena estate porterà anche alla
distruzione di circa 250 metri di siepe di Pittosforo, siepe mediamente alta m.1,50 e larga m. 1,20.

Sulla base di queste premesse, proviamo da dare una risposta al perché da quasi un anno non si è voluto né acconsentire ad una moratoria di un
intervento di lavori che non rivestiva di certo esigenze di pronto intervento, bensì un cronoprogramma di lungo periodo, né alla discussione delle sue
gravi carenze “tecniche” e delle possibili alternative. Dopo aver atteso molto tempo di discutere con l’Amministrazione comunale, una nostra
proposta progettuale alternativa è stata finalmente presentata 10 giugno u.s. con una conferenza stampa e pubblicata sul nostro blog.
Dall’esame degli allegati tecnici al progetto, emerge che i costi relativi alla sola sistemazione a verde (Codice Opera 180007) in totale arrivano a
630.000 euro. (Nel progetto sono inclusi altri 2 codici opera relativi ai sotto servizi e al rifacimento del manto stradale che sommano 1.400.000 euro,
per un costo totale del progetto di riqualificazione di 2 milioni e 30 mila euro)

Dei 630.000 euro della nuova sistemazione a verde, la cifra che riguarda la nuova piantagione di 106 Ginkgo biloba è di 31.000 euro; quella della nuova sistemazione dell’aiuola con erbacee perenni (14.832 piantine di Liriope) è di 70.132 euro.
– Quindi, per la vera addizione (acquisto materiale e messa a dimora) di nuovo verde si spende una cifra di 101.132 euro. Si arriva poi a
spendere 127.193 euro con altre opere accessorie.. Con varie altri voci, fra le quali quelle per abbattere e rimuovere il verde esistente, si vanno a
spendere altri 33.727 euro, per gli impianti di irrigazione 17.667 euro, per le opere edili propedeutiche 129.771 euro, e così si arriva alla somma di
313.400 euro. Le spese per sicurezza cantieri, altri oneri, compensi per incarichi professionali esterni e IVA porteranno al totale di 630.00.
Questi dati legittimano due considerazioni immediate:
1. Come è credibile sul piano tecnico e finanziario un progetto dove per sostituire una siepe viva e vegeta e di facile manutenzione, che viene
distrutta, si realizza una nuova sistemazione con erbacee tappezzanti (cioè con piante che non saranno mai una siepe come dovrebbe esserci in
un’aiuola spartitraffico) si spenda più del doppio della cifra impiegata per mettere a dimora 106 Ginkgo biloba?
2. Il mantenimento dell’attuale aiuola spartitraffico con pini e siepe di pittosforo avrebbe non solo risolto meglio i problemi che sono portati a
giustificazione del progetto ( la sicurezza stradale) ma avrebbe garantito e incrementato un importante corridoio ecologico, da subito e con costi
estremamente più contenuti.
Forse quello che anche in questi dati sintetici abbiamo illustrato è il vero motivo per cui il Sindaco, gli Assessori e i Direttori degli Assessorati
competenti e i responsabili del procedimento non hanno mai voluto concederci quel confronto tecnico che da un anno abbiamo ripetutamente
richiesto.
Se questo avvenisse, forse ancora oggi ma con ritardo su quanto andava fatto, si potrebbe rimediare, almeno in parte, ai gravi danni arrecati e che
l’attuazione di questo progetto stanno determinando e determineranno non solo sotto il profilo ecologico e ambientale, ma anche economico, visto il
cattivo impiego di danaro pubblico”.

Italia Nostra

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