Attraente non la si può proprio definire questa matrona romana detta Giulia Maesa, un’opera (nella foto, durante il restauro) che è costituita da una serie di innesti, una specie di grosso puzzle: la testa antica in marmo bianco inserita in un busto cinquecentesco in marmo Portasanta, che poggia su una base in onice. I restauri erano comunque necessari, poiché l'antico marmo, databile tra il II e il III secolo dopo Cristo, oltre che ripulito, è stato integrato nelle parti mancanti, quindi di porzioni di entrambe le orecchie, dell’occhio sinistro e del labbro inferiore, come pure di brani del basamento in onice; sono state inoltre rifatte le vecchie stuccature, ormai alterate e non più coese.
Il ritratto è assai realistico e raffigura un’ignota matrona la cui età matura è denunciata dalla pelle cadente delle guance, dalle occhiaie e dalle rughe ai lati della bocca. Gli occhi sono grandi, con palpebre spesse, iridi e pupille incise. Lo sguardo volto a sinistra, la bocca chiusa dalle grandi labbra carnose ben modellate, il mento largo e leggermente schiacciato, conferiscono all’insieme una notevole forza espressiva, valorizzata ora dal bel restauro. La capigliatura bipartita scende con piccole ondulazioni, che si raccolgono in due trecce alla base della nuca. Dai segni sul collo non è da escludere la presenza di ulteriori parti accessorie che arricchivano l’acconciatura ai lati incorniciando il volto.
Il restauro della Giulia Maesa è stato finanziato da Italia Nostra Firenze, tra i cui soci Fabio Basagni, è il principale sostenitore dell’iniziativa. Considerata la fortuna ottenuta dal progetto “Italia Nostra per gli Uffizi”, è previsto che il ciclo di restauri prosegua, nel quadro del più ampio progetto di pulitura e valorizzazione dei marmi antichi dei tre corridoi della Galleria.
L’intera operazione, infatti, è iniziata col recupero della scultura del cosidetto Seneca morente presentato nel luglio scorso.
Da segnalare che durante i prossimi mesi proseguiranno le visite guidate, organizzate da Italia Nostra, alla scoperta non solo della “Galleria dei marmi”, ma anche delle nuove sale da poco inaugurate, oltre alla Tribuna, la Sala della Niobe e la Sala di Michelangelo, per promuovere la diffusione della storia dell’arte, la cultura del restauro e della conservazione del patrimonio nel pieno rispetto dei principi dell’Associazione.