Istituto penale minorile Meucci, lavori fermi da 4 anni

Firenze – Situato all’interno del cinquecentesco complesso monumentale di San Martino alla Scala, l’istituto penale minorile “Meucci” è uno dei punto sensibili, storici, della città. Nella mattina di oggi, una delegazione si è recata in visita nella struttura. Il gruppo comprendeva: Grazia Galli (Segretaria dell’Associazione Progetto Firenze), Sandra Gesualdi (Fondazione Don Lorenzo Milani e Progetto Firenze), Antonella Bundu e Dmitrij Palagi (consiglieri comunali – Sinistra Progetto Comune), Luca Maggiora (segretario della Camera Penale di Firenze e Associazione Progetto Firenze), Emanuele Baciocchi (Associazione Progetto Firenze) e Massimo Lensi (Partito Radicale e Associazione Progetto Firenze, responsabile della delegazione).

All’uscita, la delegazione ha fatto un quadro della situazione. All’interno dell’istituto in questo momento, come hanno detto i componenti della delegazione, si trovano 16 ragazzi; dieci di questi di nazionalità non italiana, 10 minorenni, e 8 in attesa di giudizio.

Intanto, come dice Massimo Lensi, la prima cosa che salta agli occhi è che la ristrutturazione interna degli edifici è ferma ormai da 4 anni.  “Tra l’altro a causa di questo il servizio pasti deve essere esternalizzato”, precisa Lensi.  Un punto su cui è necessario “rivolgere un forte appello agli enti locali e alla Regione Toscana affinché, insieme al Dipartimento di Giustizia Minorile, siano recuperate le risorse economiche necessarie alla conclusione dei lavori”.

L’altro dato che emerge dall’incontro con il direttore del carcere e con il comandante del corpo di polizia penitenziaria è che la rete territoriale del volontariato in appoggio al carcere minorile sembra funzionare bene. Dato positivo, cui però non corrisponde in generale il buon funzionamento dei programmi di inserimento, che spesso si rivelano incapaci di trattenere i ragazzi una volta usciti dal carcere all’esaurimento della pena. Un nodo su cui “sarebbe opportuno aprire una riflessione con tutti i soggetti coinvolti finalizzata alla conversione della struttura minorile in sintonia con la riforma dell’ordinamento penale del 2018 – dice ancora Lensi – l’attenzione alle misure di comunità, infatti, deve essere alzato al massimo livello, per concepire una struttura “decarcerizzata” in grado di occuparsi adeguatamente della rieducazione, della formazione scolastica e del reinserimento delle persone minori autrici di reati. Il fatto che il Meucci sia stato mantenuto nel centro storico di Firenze, in stretto rapporto con la città, non può che facilitare questo compito e tale collocazione va difesa con l’aiuto di tutta la città”.

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