Io sono ateo e ho una non esagerata stima per le religioni. Tutte le religioni.
Credo che troppo spesso le religioni siano il fertilizzante che stimola la crescita di idee pericolosamente semplici e pericolosamente appaganti.
Aiutano a sopportare le avversità anziché affrontarle e superarle.
Tutte.
Però se critico i monaci buddisti del Myanmar o un vescovo, se critico un rabbino o un bramino posso farlo. Se critico un imam divento islamofobo.
Se dico che la Chiesa cattolica deve fare i conti con le donne, la sessualità e le nuove famiglie, sono un progressista, se dico che alcune regole dell’Islam sono contro le donne, che il velo è una pratica sessuofoba divento improvvisamente islamofobo.
Non ateo, non agnostico, non indifferente: islamofobo.
Beh, miei cari amici sottomessi, siete voi in errore: imparate a confrontarvi con il mondo che vi circonda, specie se abitate in territori secolarizzati: farà bene a tutti.
PS
Scrive (una ragazza musulmana che ha “risposto” luogocomunemente a Gramellini, ndr): “L’Italia è la mia casa. Non mi ha accolta e non mi ha offerto nulla. Ogni cosa che ho in questa terra, me la sono guadagnata con il sacrificio, la fatica e il lavoro, miei e dei miei genitori, che sono arrivati qui ormai più di 40 anni fa”.
Non vedo il problema: crede forse che a tutti gli altri italiani lo stato abbia regalato qualcosa?
