Prato – È una netta presa di posizione quella espressa da Abdelmoula Mazigh, presidente della Associazione Al Maghreb di Prato, all’indomani della pubblicazione di un articolo su un giornale pratese on-line e su un quotidiano cittadino, che riportavano le parole di una signora magrebina,dal nome di fantasia,Fouzia, di 58 anni,che affermava, dopo la tragedia sul lungomare di Nizza, che “anche a Prato non c’è una bell’aria, soprattutto tra i marocchini ma più in generale tra tutti i musulmani e che ci sono sempre più discorsi che preoccupano chi come me ormai si sente pienamente integrata nella vostra società”.
“Non posso che dissociarmi da quanto espresso da questa signora – ribadisce con forza il presidente Mazigh – a nome mio personale e per conto dell’associazione che rappresento (attualmente sono circa 500 gli iscritti), rispondo che mai come in questi ultimi anni, che hanno visto un’escalation di violenze di matrice islamica, forti e chiare sono state le nostre risposte di condanna alla furia omicida di uomini che con l’Islam non hanno niente a che fare”.
“A Prato, e risiedo qui con la mia famiglia dagli anni ’90 – continua Abdelmoula Mazigh – abbiamo sempre collaborato con le amministrazioni comunali nel rispetto reciproco e non sono mai mancati momenti di dialogo, di confronto e anche di solidarietà: ricordo che l’anno scorso a chiusura del Ramadan, l’associazione accolse l’invito dell’Avis, in piena emergenza, e si fece promotrice della campagna a favore delle donazioni di sangue, coinvolgendo più di settanta donatori di fede musulmana , molti alla loro prima esperienza”.
Quando poi Fouzia afferma che “a Prato la moschea è frequentata da personaggi che seminano odio – prosegue Mazigh – faccio notare che i musulmani di Prato pregano al centro culturale di vicolo dei Gherardacci in pieno centro storico, luogo di culto e di raccoglimento dove non c’è spazio per sentimenti ispirati alla violenza e che incitino all’odio tra fratelli che professano religioni diverse, perché lì si va solo per pregare, non certo per fare proselitismo, ma soprattutto non ci sono incitamenti contro i nostri valori di fratellanza e di pace. Ricordo – conclude il presidente Abdelmoula Mazigh – soprattutto perché ne siano tutti a conoscenza, gli scopi del Centro Culturale Islamico cosí come descritti nella nota informativa della banca dati del portale Icaro del Comune di Prato che riguardano: la conservazione e il rafforzamento dell’identità islamica e la promozione dell’unità di tutti i musulmani senza distinzione di lingua, nazionalità e razza; agevolano l’adempimento del dovere della conoscenza del messaggio islamico e della sapienza e facilitano la pratica degli articoli di fede per ogni musulmano; educano alla condotta morale e alla pratica del bene; promuovono la conoscenza della cultura islamica tra i non musulmani e rafforzano le relazioni con il territorio nel rispetto dell’identità e della dignità di tutti; facilitano l’inserimento e la promozione sociale e culturale dei musulmani nella società italiana; promuovono e favoriscono la costruzione di luoghi di culto e di preghiera”.