Irene e le altre: tre nomi femminili contro la guerra

Prato – Parlare di pace è sempre più attuale e il libro di David Drago Fiesoli ricercatore e scrittore pratese ne “Il viaggio di Irene”,  prefazione del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, edito da Avagliano, affronta il tema attraverso una chiave di lettura tutta culturale affondando nell’humus dei miti classici della storia antica.

Forse perché in tempi  complessi come quelli che stiamo vivendo s’impone un ulteriore approfondimento storico, letterario e filosofico su una condizione sociale sempre più fragile. Ed anche perché come ha sottolineato Zuppi in diversi momenti, “la questione della pace si pone in termini più allarmanti e con conseguenze globali, fino al rischio di un Armageddon nucleare.  Non è questa l’Europa che nel 2012 vinse il premio Nobel per la pace per il suo «never again», cioè il proposito di mai più fare ricorso all’opzione militare dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale”.

E aggiunge: “I nazionalismi, i pregiudizi, l’ignoranza, il potere economico e politico, i poteri occulti, la concentrazione di potere in poche persone, il commercio di armi, i totalitarismi che si impadroniscono dell’individuo: ecco, sono tutte ragioni pericolose quanto le guerre, perché sono loro il terreno di cultura e coltura della tempesta, la preparano, la giustificano, la rendono perfino “giusta”.”

E’ così che  il libro di Fiesoli diviene un vademecum necessario per capire che, forse, allo stato attuale più che favorire i conflitti optando per la vittoria degli uni piuttosto che per gli altri, l’umanità dovrebbe invece porsi un’ampia riflessione pacifista ed agire di conseguenza.

Con maggior evidenza appare che la cultura della Pace sia stata cancellata dai governi del mondo per fare posto anche in consessi internazionali a dottrine che parlano di armamenti e riarmo. A ciò si aggiunge un’informazione globalizzata che ricorre a narrazioni e a immagini in grado di influenzare emotivamente l’opinione pubblica non solo nei territori di guerra ma in tutto il mondo.

“L’istinto della guerra, dunque, come quello della pace, risiedono nell’animo umano e prevalgono in costante alternanza – dice Fiesoli. Perché – citando Tucidide –  l’individuo tende ad ampliare il proprio potere, quindi a conquistare terre e a sottomettere chi vi abiti”.

Ma nella società è tuttavia presente una forza uguale e contraria, come spiega l’autore, di cui sono depositarie le donne. Il comandamento che Atena impone ad Achille furioso: «Vengo dal cielo per impedire il tuo impeto. Poni fine alla lite e non brandire la spada», così come la preghiera di Andromaca rivolta ad  Ettore perchè non affronti Achille in duello: «Non rendere orfano il figlio, non fare della tua donna una vedova», le restituisce anche se inascoltate,  simboliche custodi del culto di Irene,dea della pace. Che come narra Esiodo, era figlia di Zeus e di Themis, dea della Giustizia Universale ed una delle Ore. Aveva per sorelle Eunomìa la dea dell’ordine,del diritto, delle leggi e del buon governo,e Dike dea della giustizia morale. La Giustizia, madre della Pace, va insieme al Buon governo e alla Legge morale.

In tre nomi, gli antichi greci  più di 2500 anni fa consegnarono all’umanità tre concetti sublimi personificandoli nel genere femminile: la pace che ha per sorelle il diritto e la giustizia, senza di esse il mondo è nelle tenebre perchè dove non c’è la pace si lede agli uomini il diritto e negata la giustizia. Non a caso nella statua di Cefisodoto il Vecchio riprodotta nella copertina del libro, la dea Irene tiene tra le braccia il piccolo Pluto, simbolo di ricchezza e abbondanza, che prosperano soltanto in tempo di Pace.

Il libro sarà presentato domani giovedì 13 aprile alle ore 21.00 nell’Antico Refettorio di San Domenico a Prato. Dialogano con l’autore, Piero Ceccatelli e Daniela Marcheschi critica e letteraria.  Ingresso  libero.

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