
Partiamo dal primo punto: l’anno scorso l’Autorità dell’energia elettrica, gas e sistema idrico aveva annunciato la rivoluzione copernicana del settore. Rincari concessi ai gestori che investono sul sistema idrico. Aumento quantificato in media nel 3,9% nel 2014 e previsto nel 4,8% per il 2015. Un aumento calcolato in 130 euro in più all’anno a famiglia solo per le bollette idriche appunto. Alla faccia della riduzione delle bollette recentemente annunciate per l’eventuale riqualificazione energetica degli immobili reggiani.
Nel frattempo ha provocato una vera e propria sollevazione popolare la notizia dei 950mila di buonuscita per l’ormai ex ad di Iren Nicola De Sanctis (in realtà l’unico manager arrivato in Iren senza il consolidato meccanismo della cooptazione politica e, a detta di fonti interne, anche competente). Da Reggio città aperta al movimento 5 stelle fino alla Federconsumatori il coro è unico: un premio siffatto rappresenta “schiaffi in faccia ai singoli cittadini”. De Sanctis è stato sfiduciato dai sindaci ma la sua testa è stata chiesta direttamente dai vertici di Iren (Viero e Profumo in particolare) e questo la dice lunga su chi abbia il coltello dalla parte del manico. Al posto di De Sanctis, i giornali specializzati da tempo fanno il nome di Massimiliano Banco, attuale direttore generale di Federutility.
Intanto i trimestrali di Iren continuano a restituire bollettini di guerra: i ricavi per beni e servizi calano del 18%, la produzione di energia elettrica del 25,8%, 97 milioni di euro di oneri finanziari e 2281 milioni di euro di indebitamento finanziario netto.
Per non parlare della possibile buonuscita di Andrea Viero, destinato a…alla prossima puntata.