Mentre continua il dibattito sulla palude del parcheggio interrato, i Piccoli azionisti rilanciano una domanda a Iren: perchè il credito di oltre 350.000 euro verso la società che gestisce il cantiere è ancora aperto dal 2013? Perchè il gruppo si è speso addirittura in difesa del proprio debitore?
Il mese di agosto regala spesso chicche inaspettate e oserei affermare comiche, se non farsesche. L’intervento di una dirigente Iren a difesa della Reggio parcheggi e la tesi alquanto suggestiva per cui in una pozza d’acqua grande le zanzare non proliferano mentre in quelle più piccole si, meritano certamente approfondimenti e riflessioni.
Il primo e più rilevante è il motivo per cui, invece di attuare ogni azione a tutela del proprio ingente credito, Iren copre addirittura il proprio debitore con argomentazioni peraltro degne del miglior televenditore.
Quali altri interessi si stanno proteggendo?
Non certo quelli dei Piccoli azionisti, che richiedono che il credito in questione sia incassato al più presto, data la eufemisticamente difficile situazione finanziaria del gruppo.
Intanto, si sono vessati i cittadini di Via Turri, anche quelli che hanno regolarmente pagato: in quel caso, niente video per spiegare che in zona stazione i contatori non funzionano o amenità simili.
Iren: forte coi deboli e debole coi forti. E noi paghiamo.