“Iren, è ora di smetterla con gli appalti al ribasso”

Legambiente critica le modalità di gara adottate dalla multiutility: “Pone condizioni da macelleria sociale…”

iren-1Fuoco incrociato contro le modalità di appalto di Iren. Se ieri la tirata d’orecchie alla multiutility era arrivata dalla Fp-Cgil che, in merito alla nuova gara d’appalto (al ribasso) per la concessione dei servizi di gestione dei rifiuti, esprimeva “forte preoccupazione sulle possibili ricadute di tipo contrattuale sui lavoratori” e invitava a “riaprire il tavolo delle trattative”, oggi è le critiche arrivano da Legambiente. Per l’associazione ambientalista, infatti, “la gara per il subappalto del servizio raccolta rifiuti nelle province di Parma, Reggio e Piacenza, parte con forti riduzioni dell’importo a base di gara rispetto al passato, che valorizza in modo marginale aspetti fondamentali quali l’inserimento di personale svantaggiato, e che premia essenzialmente il ribasso economico (che pesa il 50% della valutazione)”.

“In particolare – sottolinea Legambiente – per il territorio parmense le condizioni di appalto sono da macelleria sociale, con un importo a gara che parte già da un 15-20% in meno rispetto alla stesso servizio precedentemente appaltato, importo su cui andranno applicati i ribassi, che tra i numerosi criteri di valutazione pesano in modo preponderante”.

“Un’operazione, quella di Iren, che avviene a contratto di affidamento alla stessa azienda scaduto da tempo ed in regime di proroga. Operazione che evidentemente tende a garantire il massimo profitto agli azionisti, ma che di fatto scarica le conseguenze sul territorio e non porta nessun vantaggio alle tariffe dei cittadini, essendo gli utili da ribasso direttamente incamerati dall’azienda” rincara la nota degli ambientalisti.

“Una situazione che da una parte conferma la preoccupante deriva speculativa dell’azienda, ignorando completamente il territorio, così come accaduto per la richiesta di ampliamento della capacità termica dell’inceneritore di Parma; dall’altro l’ennesimo segnale che la politica ha completamente perso terreno nel governare le aziende multiutility” conclude Legambiente.

 

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