Iren e l’Italietta dei raccomandati

Francesco Fantuzzi

Devo confessarlo: sono rimasto piuttosto perplesso di fronte all’assenza di reazione della cosiddetta società civile reggiana alla vicenda raccomandazioni Iren. Reggio Emilia, Città Medaglia d’oro della Resistenza, per la sua storia dovrebbe a mio avviso resistere anche al generale abbassamento dell’asticella di ciò che è accettabile socialmente: evidentemente, gli anticorpi alla cultura della legalità si stanno sviluppando anche dalle nostre parti. Infatti, nell’intervista a Libero di una decina di giorni fa vi è stato un riconoscimento a dir poco clamoroso da parte di del Vicepresidente di Iren Viero che forse a qualcuno è sfuggito: “Delrio in tanti anni che sono qua mi ha fatto solo una segnalazione e poi mi ha detto: vedi tu”. Più chiaro di così…

Lo ripeto per l’ennesima e ultima volta: non c’è nulla di illegale. Ma molto, troppo di inopportuno, soprattutto in un periodo come questo. Non c’è solo la Cancellieri a dimostrare che non tutti i cittadini sono uguali. E, oltre ai tanti messaggi di riconoscimento dell’importanza del mio impegno civile, alcune reazioni piuttosto scomposte e velatamente minacciose, mai peraltro entrate nel merito della questione, parrebbero
confermare un certo imbarazzo. Credo con sempre maggiore pervicacia che questa politica abbia ormai mostrato la corda e che occorra altro, qualcosa che parte dal basso, dai cittadini. Da tutti quelli che non vengono segnalati e che faticano a trovare un posto di lavoro.
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