Livorno – La questione ippodromo, a Livorno, sta per entrare da una fase calda a una arroventata. Infatti, dopo aver tenuto il silenzio sulle considerazioni del sindaco Nogarin, la società che ha vinto il bando di concorso per la gestione trentennale dell’ippodromo, Alfea, ha deciso di mettere nero su bianco la sua versione dei fatti. Ed ecco, dice “come sono andate le cose”.
“Come noto a tutti – si legge nella nota diffusa alla stampa – obiettivo di Alfea è sempre stato quello di salvare le corse a Livorno e gestire due impianti a poca distanza in maniera sinergica e integrata. Dopo aver salvato la stagione di corse 2011 e 2012, con ottimi risultati e riconsegnando un impianto in buone condizioni, Alfea ha quindi partecipato e vinto un bando per la gestione trentennale del Caprilli a condizioni chiare e ben precise.
Purtroppo, anziché, come avrebbe dovuto, consegnare l’impianto il 1 gennaio 2013, il Comune non ha rispettato la sua parte di impegni, mantenendo per 3 anni un atteggiamento dilatorio la cui illegittimità è stata “sanzionata” dal TAR al quale Alfea si era dovuta rivolgere e, successivamente, confermata dal Consiglio di Stato”.
Ed ecco che, in tutto questo, arriva il sindaco Nogarin, che “come è facilmente documentabile” secondo Alfea, “sin da quando si è insediato nel giugno 2014 ha affrontato la questione del Caprilli “a intermittenza”, più con annunci estemporanei che con una seria e costante ricerca di soluzioni concrete, periodicamente scomparendo per mesi interi senza rispondere alle numerose sollecitazioni di Alfea”.
Tant’è vero, dice Alfea che, pur avendo ottenuto sentenza favorevole dal Tar, il gestore è stato costretto “a rivolgersi nuovamente al TAR per il “giudizio di ottemperanza”, ovvero per vedere applicate le sentenze precedenti. Il TAR si è riunito per questo il 25 febbraio e, ad oggi, siamo ancora in attesa della pronuncia”.
Il tempo tuttavia è tiranno: passano i mesi, e nel frattempo, in mancanza dell’assegnazione ad Alfea, incuria e carenze gestionali hanno devastato l’ippodromo rendendo addirittura inagibili alcune strutture, come documentato a più riprese dalla stampa e non solo. “Anche oggi, che titolare della gestione dell’impianto è a tutti gli effetti Labronica Corse Cavalli (partecipata al 100% del Comune Livorno) – spiega Alfea – l’impianto è completamente fuori controllo, esposto ai vandalismi e agli agenti atmosferici, con assenza di personale per le manutenzioni e per il controllo diurno e notturno, con una autogestione da parte degli incolpevoli operatori al di fuori di ogni logica di sicurezza e regolarità”.
Arriviamo agli ultimi mesi: a fine 2015 il sindaco Nogarin ha avanzato una proposta (definita “vaga” dalla società vincitrice del bando) di ritardare di un anno la consegna dell’ippodromo. Visto come procedono le cose, Alfea, come deliberato nel Consiglio di Amministrazione del 4 gennaio scorso, si dichiara “disponibile ad esaminare una precisa e circostanziata proposta, condizionandola ovviamente alla firma della convenzione, ma mai Nogarin la ha inviata, forse perché al di là delle chiacchiere mancava l’accordo dell’altro soggetto interessato”.
Passando poi al canone d’affitto, Alfea precisa che “la concessione trentennale a Alfea prevedeva un canone annuo di 36.600 euro (e non certo i 300 euro al mese che scrive!), ben più elevato di quello richiesto dalla sua amministrazione agli ultimi gestori”.
La nota conclude: “Al di là delle affermazioni ridicole e tendenziosamente calunniose per chiunque mastichi di cavalli, sulla volontà di Alfea di appropriarsi delle giornate dell’ippodromo di Livorno, e di polemiche politiche contro la precedente amministrazione fatte sulla pelle dell’ippodromo e dei livornesi, questa è la verità e queste le responsabilità dei gravissimi danni per le quali la comunità livornese e gli operatori ippici dovrebbero chiedere conto, come farà Alfea, al Comune”.