Firenze – Per i curiosi di vedere la nuova versione di Ionesco Suite della compagnia del Théâtre de la Ville di Parigi diretta da Emmanuel Demarcy-Mota, di scena nel saloncino Paolo Poli della Pergola, c’è subito una folgorazione. Perché proprio il maestro dell’assurdo è stato scelto come ouverture del progetto “L’Attrice e l’Attore Europei”, che corona una lunga collaborazione fra i due teatri?
I dubbi svaniscono di fronte all’eccezionale performance degli attori francesi con l’inserimento, uno per replica, di giovani attori italiani selezionati dopo momenti di lavoro comune. Se il cuore del progetto promosso da Marco Giorgetti, direttore del teatro fiorentino, “è la continua condivisione della missione di costruire, di inventare, di interrogare la forza della cultura e dell’arte per far dialogare e unire le generazioni fra il XX e il XXI secolo”, Eugène Ionesco s’impone di forza come l’artista che descrive nella sua comicità tragica, nella sua graduale assenza di veri rapporti umani, nella incomunicabilità che paradossalmente si accompagna ai più sofisticati e capillari strumenti di comunicazione.
I personaggi delle opere dalle quali sono stati i brani che compongono la Suite (“Jacques, ovvero la sottomissione”, “Delirio a due”, “La cantatrice calva”, “La lezione”, “Exercises of conversation” e “French diction”) sono caratteri di una società sempre più segnata da un’atomizzazione conflittuale causata da crisi e pandemie, ma esaltata dai social media e dallo sfrenato individualismo. Al fondo tutto diventa lotta di potere nel reciproco tentativo di sopraffazione, sia nell’amore, sia nell’attività professionale, sia anche più semplicemente nel far prevalere le proprie ragioni in assurdi dibattiti sul fatto per esempio se la chiocciola e la tartaruga siano lo stesso animale. Fra di loro non esiste alcun confronto razionale, alcun tentativo di conciliazione fra mondi, idee e sentimenti diversi.
Di questa contemporaneità del messaggio artistico dell’autore ha parlato la figlia del drammaturgo Marie France Ionesco, ospite della Pergola in occasione dell’allestimento (fino al 6 aprile) della Suite. Marie France, docente di lettere, autrice di una biografia di sua padre, ha salutato gli spettatori della replica del 31 marzo (insieme a Giorgetti e Demarcy-Mota) e ha incontrato la stampa sabato 1° aprile 2023 all’Istituto Francese, ha sottolineato una delle parole chiave pronunciate dagli attori: ciò che conta oggi è essere “cronometrable”, cronometrabile: non affidabile, autorevole, credibile, ma in grado di andare più o meno veloci degli altri.
Nello spiegare il rapporto conflittuale con il teatro e il lavoro degli attori che il padre ha avuto prima di cominciare a scrivere per il palcoscenico, la studiosa ha ripreso le parole che usava per descrivere ciò che il teatro dovrebbe esprimere: insolito, inverosimile, più vero del vero, grottesco, brutale e veritiero. “Il teatro – ha scritto il drammaturgo – è sia visivo che auditivo e non è un seguito di immagini, ma un’architettura di immagini sceniche. Tutto è permesso nel teatro: incarnare personaggi, ma anche materializzare le angosce. Inoltre è raccomandato far recitare gli accessori, far vivere gli oggetti, animare le scenografie, Così come la parola è continuata dal gesto, al momento in cui essa diventa insufficiente gli elementi scenici possono amplificarla”.
Fra gli eventi che hanno accompagnato la kermesse teatrale italo-francese, uno in particolare ha arricchito, con un taglio del tutto particolare ma perfettamente coerente con la poetica di Ionesco, questa sorta di laboratorio sulla sua opera. Studenti di medicina francesi provenienti dal Gruppo ospedaliero de la Pitié Studenti di medicina francesi provenienti dal Gruppo ospedaliero de la Pitié Salpêtrière, accompagnati dalla neurochirurga Carine Karachi, hanno incontrato medici, praticanti e studenti italiani.
Ne è nata una replica speciale, una versione “aumentata” di Ionesco Suite, nella quale affiancando le attrici e gli attori, gli studenti francesi sono intervenuti nel testo illustrando al pubblico i comportamenti patologici dei personaggi della pièce. Il teatro parigino ha avviato una collaborazione fra cultura e medicina che mira ad approfondire non solo i punti di contatto fra salute ed espressione artistica, ma anche il comportamento umano e il ruolo del cervello nella gestione delle emozioni e del movimento.
L’obiettivo del progetto al quale il Teatro della Pergola e il Théâtre de la Ville cooperano è infatti quello di formare un attore engagé, che impegni e si impegni in campo artistico e sociale anche su questioni sanitarie e scientifiche; un interprete capace di superare tanto i confini nazionali, quanto le barriere linguistiche, per unire differenti culture e dimostrare con il palcoscenico non ha limiti.
Alle repliche di Ionesco Suite, si diceva, hanno partecipato attori italiani, recitando sia in italiano che in francese. Grazie al talento del regista, alla consumata abilità scenica e linguistica degli attori francesi e al particolare testo di Ionesco l’esperimento è riuscito. Per la prima volta ( relica del 31 marzo con Federica Lea Cavallaro) abbiamo assistito a uno spettacolo in totale armonia plurilinguistica e coerenza stilistica.
In foto Marie France Ionesco al centro. A sinistra Emmanuel Demarcy-Mota, a destra Marco Giorgetti (foto di Filippo Manzini)