“Non vedo proposte alternative di governo della città sufficientemente solide e affidabili per prendere in mano Reggio per i prossimi cinque anni. Non basta avere due o tre slogan, bisogna avere un progetto e la capacità d’essere pronti a ereditare qualcosa”. Intervistato da 7per24.it il primo cittadino uscente di Reggio Emilia e ricandidato del centrosinistra per il bis, Luca Vecchi lancia più di una stoccata ai suoi avversari. E sul ballottaggio si mostra tranquillo: “L’eventualità – dice – non mi preoccupa particolarmente”.
Vecchi, che cosa vuol dire quando parla della capacità di ereditare dai predecessori?
Questa è una città che nei prossimi anni dovrà continuare, ad esempio, a sviluppare l’Università, il progetto della rigenerazione delle ex Reggiane. Poi ci sono il Mire, la riqualificazione della Reggia di Rivalta, ci sono tre tangenziali che non sono aria fritta. Di fronte a tutte queste progettualità, che testimoniano lo sviluppo della città, i miei avversari che cosa pensano? Candidarsi a prendere la guida della città non può voler dire, come sento fare dal candidato della destra, ‘devo studiare’. Nell’eventualità, che non accadrà, che prenda in mano la città, il giorno dopo dovrà fare il sindaco, gestire la città.
Paura del ballottaggio?
Questo è un passaggio elettorale con un contesto politico, presente in tutta Italia, più tripolare che bipolare, che ha fatto sì che oggi i ballottaggi siano diventati la norma, non l’eccezione. Nel novero delle cose possibili c’è anche quella che ci si trovi ad affrontare due turni. Io ritengo che si debba continuare fino all’ultimo a lavorare per proporsi alla città con un progetto che ha l’ambizione di chiudere in un colpo solo. L’idea del ballottaggio comunque non mi sconvolge, non mi preoccupa particolarmente.
Che effetto le ha fatto vedere l’accoglienza calorosa che Salvini ha raccolto a Reggio?
Salvini riempie piazze che normalmente sono cinque, dieci volte più grandi di piazza Casotti. A Reggio ha scelto di fare un comizio in una piazza che con un paio di centinaia di persone è pressoché piena. Guardo con molto rispetto alle iniziative dei miei avversari, registro però che Salvini, a Reggio, non ha richiamato una marea di gente, ha fatto un comizio, com’è giusto che sia, con i suoi più appassionati sostenitori.
Torniamo al ballottaggio. Sei lei dovesse andare alla sfida diretta con Salati, a chi chiederebbe i voti per vincere?
Non chiedo i voti. Nell’eventualità di un ballottaggio serve un comportamento lineare e trasparente, del tutto estraneo a tatticismi. Stiamo facendo una campagna elettorale in cui abbiamo proposto un progetto sulla città di domani, costruito attraverso la partecipazione di centinaia di cittadini. Il punto non è chiedere voti a qualcuno, ma valutare chi è più adatto a esercitare un ruolo che richiede un progetto politico, ma anche serietà, affidabilità, competenza. Noi ci rivolgeremo a tutta la città.
Lo coalizione che la sostiene ha sensibilità politiche e culturali diverse: si va da transfughi di Forza Italia agli attivisti per i diritti degli omosessuali. Secondo il candidato di Reggio Emilia in Comune, Daniele Codeluppi lei non riuscirà a tenere insieme le diverse sensibilità e la sua giunta sarà destinata all’immobilismo…
Ho iniziato a fare il capogruppo nel 2007 quando c’era una maggioranza di tredici gruppi consiliari che andava dall’Udeur di Mastella fino a Rifondazione comunista. Quella maggioranza era molto litigiosa e frammentata e credo di aver avuto il merito di stabilizzarla politicamente. Sono abituato a giocare un ruolo che non è quello dell’uomo solo al comando, ma di chi vuol far dialogare le diversità, farle lavorare insieme in nome di un obiettivo comune. E poi non ho calato dall’alto il programma, l’ho costruito insieme a tutte queste sensibilità. Aggiungo che quando si amministra una città, sui dieci problemi che arrivano sul tavolo ogni giorno, nove di questi non hanno colore politico.
In caso di rielezione come sarà la sua giunta?
Ogni giunta è figlia del contesto politico e storico in cui nasce. Il 2014 presentava un quadro molto diverso da quello attuale. La nuova giunta porterà con sé qualche elemento di continuità e alcuni, significativi elementi di novità, coerenti col progetto messo in campo. Adesso la prima cosa da fare è avere successo alle elezioni.
Il vicesindaco chi sarà?
Non ci ho ancora pensato, ma colgo l’occasione per dire che in questi cinque anni ho avuto un vicesindaco che ritengo essere stato uno dei migliori della storia di questa città. Voglio dire grazie a Matteo Sassi, che resta una risorsa importante anche per il futuro.
Il primo atto del Vecchi bis?
Nei primi due mesi attiveremo una rilevante quantità d’esperienze partecipate nei quartieri e negli ambiti tematici. Ad esempio, l’investimento sulla questione ecologica sarà molto partecipato. Inoltre chiamerò a raccolta tutti i corpi intermedi della città, entro l’autunno, per avviare, con gli Stati generali, un percorso che metta a fuoco il Piano strategico della città dei prossimi anni.
Uno dei problemi irrisolti di Reggio è quello della viabilità: traffico, ingorghi, buche nelle strade…
La questione ecologica e quella della mobilità, specie quella sostenibile, sono tra le principali sfide che dobbiamo affrontare nei prossimi anni. Serve una strategia per la fluidificazione del traffico nord/sud. Pensiamo a un investimento strategico, di portata epocale, per realizzare una tramvia da Rivalta a Mancasale in corsia preferenziale, elettrica. Continueremo a potenziare la ciclabilità e lavoreremo per fluidificare il traffico automobilistico da nord a sud. Mi meraviglia che i miei avversari non abbiano fatto proposte. Noi proponiamo di realizzare un sottopasso all’altezza di via Chopin, all’incrocio con la via Emilia, di superare alcuni passaggi pedonali a chiamata che generano ingorghi. In questo modo contiamo di arrivare a una fluidificazione da Rivalta a Rete2…
Sindaco, la interrompo, parliamo della Mediopadana. Oggi mancano ancora i collegamenti adeguati al rango d’infrastruttura d’area vasta di quella stazione…
In questi sei anni di vita la stazione è passata dall’essere per qualcuno, non per me, il rischio di una cattedrale nel deserto all’essere una storia di successo che ha cambiato il posizionamento di Reggio su area vasta. E’ passata da 6 a 60 treni. Dall’avere 400 posti auto con i 5 Stelle che dicevano, al momento dell’inaugurazione, che erano troppi ad averne oltre 1000 e presto ce ne saranno altri 500. Siamo di fronte a una storia di successo, anche inaspettato che ha spiazzato la capacità, non solo nostra, di fare presto a produrre una serie di servizi al passo con la crescita.
Torniamo ai collegamenti…
Abbiamo messo trenta licenze di taxi in più, raddoppiato il servizio di autobus, ci son due linee, abbiamo aggiunto parcheggi. Non possiamo però immaginare di realizzare parcheggi solo davanti all’ingresso della stazione. Per questo abbiamo deliberato in giunta l’inizio di una strategia che sfrutta anche altre aree adiacenti, in particolar modo il parcheggio dello stadio dove, forse già a giugno/luglio, partirà una navetta, d’interscambio gratuito, ogni 15 minuti, tutto il giorno, verso la Mediopadana. Per la verità non credo che ci sia un problema d’accessibilità. Pensiamo alla stazione di Bologna: dove si parcheggia? E’ vero che dobbiamo potenziare alcuni servizi. Per questo, continueremo a chiedere alla Regione un trenino che colleghi la stazione Mediopadana a quella storica.
Lei ha annunciato l’assunzione di 30 nuovi agenti di Polizia municipale. I suoi avversari chiedono più uomini per le strade…
Uno che si candida a fare il sindaco della città deve studiare. Sulla storia che gli agenti non stanno sul territorio ma alla scrivania, invito i miei rivali a fare un accesso agli atti. Dati alla mano vedranno che la quasi totalità della Polizia municipale è ogni giorno sul campo. Anche la polizia locale esercita funzioni amministrative. Il che non vuol dire tirarsi le dita dietro la scrivania, ma rispondere ai cittadini che vanno allo sportello. Fatta questa premessa, noi nell’arco del mandato arriveremo al completamento dell’organico.
Tassa rifiuti, i reggiani aspettano da anni la tariffa puntuale. Dovrebbe partire ai primi di luglio. Confermato?
Sì. Per fare la tariffa puntuale serviva il porta a porta esteso a tutta la città. Avremmo potuto rimandare, a dopo le elezioni, l’estensione del porta a porta in centro storico, ma questo avrebbe comportato uno slittamento di oltre un anno dell’applicazione della tariffa puntuale. Col primo di luglio parte.