Si vota. Per il nuovo Presidente (nella foto la presidente uscente Sonia Masini) e il nuovo consiglio della Provincia. Anzi no. A votare non saranno gli elettori, ma solo i consiglieri comunali della provincia. E’ quanto prevede la riforma Delrio, quella che – stando agli annunci della prima ora – avrebbe dovuto abolire le Province. In realtà le ha trasformate: alcune sono diventate le cosiddette città metropolitane, le altre restano come prima, con la differenza che gli amministratori non percepiranno compensi. Per il resto, il costo dell’apparato rimarrà quello precedente, e a votare non saranno più gli elettori.
Alcuni consiglieri, appartenenti per lo più a Sel e Movimento 5 Stelle, nella circostanza riconsegneranno la scheda elettorale senza votare, come forma di protesta “verso una democrazia che non ha niente da invidiare a quella ‘cinese’ di Hong Kong, che tanto spazio ha in questi giorni sugli organi di informazione“. Gli stessi consiglieri hanno organizzato un presidio, alle 11 di domenica 12 ottobre, davanti a Palazzo Allende (in Corso Garibaldi a Reggio Emilia), per invitare i cittadini ad opporsi a quella che definiscono una “privatizzazione della politica” che ha decretato la “eliminazione del diritto di voto universale e il restringimento della rappresentanza territoriale che porta a solo dodici componenti il consiglio provinciale, con un risparmio esiguo sui costi della politica. Ancora una volta è la casta che si riproduce, la democrazia che si restringe e la politica che viene sottratta alla verifica degli elettori“.
Curiosa, infine, la previsione sulla composizione del futuro consiglio provinciale reggiano: “Secondo le simulazioni finora fatte – scrivono i consiglieri – nella nostra provincia il PD, che ha circa il 44-45% dei voti, avrà l’83-90% dei consiglieri provinciali. Un raddoppio che nessuna legge elettorale maggioritaria finora inventata ha mai previsto e che fa impallidire i premi della legge truffa o del porcellum. Sfugge il senso di avere un’assemblea dove tutti la pensano allo stesso modo e metà dell’elettorato non è rappresentato. Ma è quello che avverrà a Reggio Emilia ed in giro per l’Italia. I sottoscritti consiglieri invitano tutti gli eletti nei Consigli Comunali della Provincia e che hanno a cuore la democrazia, a disertare questo appuntamento, come forma di protesta che segnali all’opinione pubblica quanto sta avvenendo“.
Questi alcuni dei firmatari della protesta.
Marco Bertolini (Gattatico), Massimo Bassi (Scandiano), Gianni Bertucci (Reggio), Gabriella Blancato (Vezzano sul Crostolo), Liusca Boni (Cavriago), Fabiana Bruschi (Correggio), Mauro Caldini (Montecchio), Giuseppe Caleffi (Gualtieri), Ivan Cantamessi (Reggio), Barbara Castiglioni (Quattro Castella), Erio Cavazzoni (San Martino in Rio), Silvio Chiastra (San Polo d’Enza), Silvia Corradini (Gattatico), Davide Farella (Cavriago), Massimiliano Genitoni (Castelnovo Monti), Francesca Giusti (Bagnolo in Piano), Alessandra Guatteri (Reggio), Silvia Incerti (Reggio), Lucia Lusenti (Reggio), Mila Lusetti (Bagnolo in Piano), Davide Manco (Gattatico), Alessandro Medici (Casalgrande), Angela Montanari (Sant’Ilario d’Enza), Roberto Pavarini (Fabbrico), Marco Pervilli (Vezzano sul Crostolo), Domenico Francesco Puzello (Cadelbosco Sopra), Roberto Sansiveri (Scandiano), Paola Soragni (Reggio), Yuri Torri (Casina), Norberto Vaccari (Reggio, Marco Valli (Cadelbosco), Maurizio Vergallo (Bibbiano).