Firenze – Il frigorifero, la lavatrice, l’epopea della bicicletta, la motorizzazione di massa e un veicolo cult come la vespa. Poi l’abbigliamento, i grandi magazzini. E anche gli strumenti di comunicazione sociale come il cinema, la televisione, il fotoromanzo, Il juke box, le cartoline illustrate, lo smartphone: questi e molti altri gli oggetti che hanno segnato i cambi d’epoca narrati da Marta Boneschi in ben 31 capitoli de “I migliori oggetti della nostra vita”. pubblicato da Il Mulino.
Un libro scritto con il consueto stile incisivo di Marta Boneschi con significative analisi di storia sociale e corredato da molte splendide illustrazioni. Un libro che ha diverse chiavi di lettura per le varie generazioni: per chi ha vissuto gli anni del cambiamento nel secondo dopoguerra ha un valore evocativo ma offre anche una visione prospettica nuova alla luce dei mutamenti successivi che non erano intuibili all’epoca. Ad esempio, chi ha visto come me il fax sostituirsi alla classica lettera non avrebbe immaginato che in pochi anni anche questo strumento “rivoluzionario” sarebbe stato completamente soppiantato. Oggi siamo in grado di valutare meglio l’impatto sul costume, sui rapporti sociali dei cambiamenti apportati dalla tecnologia.
Per le nuove generazioni, poi, questo è un saggio di storia sociale e di sociologia che aiuta a cogliere aspetti peculiari dello scorso secolo. Frigorifero , lavatrice, televisore, auto, telefono sono oggetti “scontati”. Ma come si viveva prima che entrassero nel nostro vivere quotidiano? Come hanno influito sulle relazioni sociali e sui ruoli all’interno della famiglia?
Oggetti che hanno cambiato la nostra vita e le nostre abitudini ma anche il nostro modo di pensare…. In che senso?
Quando cambia il nostro stile di vita, cambia anche il modo di pensare. Un esempio? La vasca da bagno, la stanza da bagno servono all’igiene personale, e dunque si afferma la certezza che una buona igiene migliora la vita. A Novecento inoltrato nei collegi femminili le allieve si lavavano con un camicione addosso, a metà del secolo la maggioranza delle abitazioni non vantava una stanza da bagno. Un altro esempio potrebbe essere quello degli oggetti della mobilità: treno, automobile, aereo, scooter hanno reso il mondo un po’ più piccolo e oggi un viaggio di nozze ai Tropici è alla portata delle masse.
Il ‘900 è stato il secolo della meccanica. il nostro quello dell’informatica. Cosa ha cambiato di più il nostro modo di vivere?
Tutti e due in misura enorme. La meccanica ha eliminato la professione di scrivano, grazie alla macchina da scrivere, e quella di contabile grazie alle calcolatrici. L’informatica ha fatto di ognuno di noi un potenziale scrittore, ma consente anche il lavoro da casa, in treno, in cima a una montagna o in riva al mare.
E quali invenzioni sono state invece solo un momento di passaggio? (Ad esempio il fax le fotocopie tutto sommato superate dalle e-mail)
Forse anche il computer e il telefono cellulare saranno presto dimenticati, quando avremo a disposizione un dispositivo, una sorta di robot capace di integrare le funzioni di ognuno dei dispositivi che usiamo adesso. Qualche anno fa, ad esempio, non si potevano guardare film se non al cinema o alla televisione, oggi li guardiamo sullo smartphone e sul tablet.
Nei piccoli centri di provincia fino a cinquant’anni fa c’era ancora un gap rispetto alle città.. Quanto è stato superato?
Quel che divide oggi la società italiana e il territorio nazionale è la connessione. Là dove esiste e funziona bene, gli affari prosperano e la cultura è più ampia ed elevata. Chi ha come unico strumento di informazione il giornale parrocchiale o la televisione si trova in posizione svantaggiata, tagliato fuori dalla possibilità di sapere, riflettere, criticare con fondamento. Siamo ancor al punto di dover fare i conti con l’usura delle strade, dei ponti, delle linee telefoniche in molte parti del territorio.
Le donne sono state le più interessate da invenzioni che hanno cambiato gli stili di vita?
L’industria ha cambiato la vita delle donne, e basta un solo esempio tra i tanti: la lavatrice e la lavastoviglie risparmiano tempo e fatica muscolare, attenuando la schiavitù dei molti compiti domestici di cura. Ma anche la bicicletta, l’automobile, la minognna, il costume da bagno e molti altri oggetti della modernità hanno giovato alla causa femminile.
Nel riproporre gli “oggetti della nostra vita” c’è un significato più profondo rispetto a un semplice effetto nostalgia….
Nessuna nostalgia, la rassegna degli oggetti vuole ricordare che la vita di tutti può migliorare, se c’è la volontà e la cultura scientifica e tecnica. In molti paesi del Terzo mondo una delle causa di mortalità infantile è il fuoco acceso sul pavimento, che provoca ustioni. Qualche anno fa una campagna per la diffusione delle cucine, promossa da Hilary Clinton, non ha avuto grandi effetti. Da noi, nel mondo avanzato, la vita domestica è oggi più comoda, sicura e felice.
Un altro suo libro di successo è stato “La grande illusione” con riferimento agli anni ’60. Anche all’inizio di questo secolo c’è stata un’altra “grande illusione”?
Siamo nel bel mezzo della grande illusione che ogni cosa ruoti intorno alla sovranità popolare diretta. Se il popolo si pronuncia, ha per forza ragione. Il prestigio degli intellettuali, le ragioni della scienza, il filtro delle istituzioni pubbliche è caduto molto in basso. In un contesto come questo, regna sovrano, più che il popolo, il pregiudizio
Il futuro prossimo cosa ci potrà riservare? Nuove rivoluzioni dello stile di vita? Scenari da fantascienza?
Credo che sia saggio non fare previsioni né pronostici. Ragionare con calma e con cognizione di causa sul passato e sul presente è, a mio parere, l’unica ricetta per costruire il futuro. Che sarà come auspichiamo soltanto se saremo capaci di costruirlo, come hanno fatto i nostri avi intelligenti abbastanza per inventare l’elettricità, la radio, il computer e così via.